Aggressione a manifestanti antifascisti dopo corteo a Bari, a processo 18 attivisti di CasaPound
I fatti contestati risalgono al settembre 2021, al termine di una manifestazione contro l'allora ministro dell'Interno Salvini. Le accuse sono, a vario titolo, di riorganizzazione del disciolto partito fascista e lesioni personali aggravate
Diciotto attivisti pugliesi di CasaPound sono stati rinviati a giudizio dal gup del Tribunale di Bari, Francesco Mattiace, per i reati, a vario titolo, di riorganizzazione del disciolto partito fascista e lesioni personali aggravate.
L'inizio del processo, come riporta l'Ansa, è fissato al prossimo 13 ottobre e riguarda la presunta aggressione squadrista verificatisi ai danni di alcuni manifestanti antifascisti il 21 settembre 2018, al termine di un corteo di protesta organizzato in occasione della visita dell'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Fissato al 17 giugno il processo con rito abbreviato per un altro imputato, mentre altri nove dovranno svolgere dai 6 agli 8 mesi di lavori socialmente utili.
Nel motivare la richiesta di rinvio a giudizio, il procuratore di Bari Roberto Rossi, riporta sempre l'Ansa, ha ritenuto che in quella "è stata usata la violenza come strumento di lotta politica, che è tipica dello squadrismo, storicamente manifestazione del partito fascista".
Secondo quanto ricostruito, l'assalto sarebbe stato organizzato nella sede di CasaPound a Bari (da allora sotto sequestro), dove i militanti di CasaPound avrebbero raccolto armi e radunato uomini, provenienti da tutta la Puglia, in attesa del passaggio dei manifestanti antifascisti. Durante le successive indagini della Digos, ricorda ancora Ansa, nella sede furono poi rivenuti "oggetti chiaramente riconducibili alla ideologia fascista", come bandiere nere con fascio littorio e un busto di Benito Mussolini.
Parti civili nel procedimento sono stati ammessi Anpi, Rifondazione comunista, Comune di Bari, Regione Puglia e le quattro presunte vittime dell’aggressione. Nei loro confronti i nove imputati ammessi alla messa alla prova dovranno pagare un risarcimento danni simbolico tra i 100 e i 300 euro.