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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Altamura

Altamura ricorda Domi Martimucci. Emiliano: "Grazie a lui la comunità scelga da che parte stare"

Al teatro Mercadante un incontro per ricordare il giovane calciatore morto in seguito all'attentato dinamitardo in una sala giochi. Il presidente della Regione: "Dolore, affetto, e rabbia, per la ignobile stupidità di chi ancora compie una scelta di vita criminale"

Un convegno nel teatro cittadino parlare di legalità, poi una partita di calcio, la passione che aveva orientato la vita di Domi. Nella giornata di sabato 5 marzo, Altamura ha voluto ricordare così Domi Martimucci, calciatore di 26 anni, ad anno dall’attentato dinamitardo in una sala giochi che gli è poi costato la vita.

All'incontro nel teatro Mercadante, hanno partecipato il presidente della Regione Emiliano, il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico, il prefetto di Bari Carmela Pagano, il sindaco di Altamura Giacinto Forte, il vescovo di Altamura mons. Giovanni Ricchiuti, i presidenti di Confcommercio Bari, Sandro Ambrosi, e Altamura, Tonia Massaro, il coordinatore regionale FAI Renato De Scisciolo, l’associazione “Noi siamo Domi”, Rita Borsellino (in collegamento skype).

“In una giornata come questa il dolore si ravviva - ha detto Emiliano, rivolgendosi ai tanti partecipanti dell’evento - ma ha anche un aspetto pieno di dolcezza, che abbiamo rivissuto attraverso l'affetto degli amici dell'associazione che porta il nome di Domi. È una giornata piena di rabbia, per la ignobile stupidità di chi ancora compie una scelta di vita criminale ed è totalmente incapace di prevedere le conseguenze delle proprie azioni". "Mi auguro  - ha proseguito Emiliano - che la comunità di Altamura, grazie a Domi, sappia scegliere chiaramente da che parte stare. Domi svolgeva un ruolo particolare, si faceva carico della squadra quando le cose non giravano. Era un numero dieci, lui aveva quella personalità in grado di inventare sempre qualcosa per supplire alle mancanze. Quando non esiste più un singolo, può esistere un gruppo che fa da numero dieci. E qui oggi siamo in tantissimi”.

“L'associazione Noi Siamo Domi - ha proseguito il presidente - è importantissima e deve elaborare una strategia contrapposta a quella che ha portato alla morte di Domenico. Fare la lotta alla criminalità organizzata, in senso non repressivo, non è semplice. Bisogna andare scuola per scuola, luogo per luogo, nei circoli, a spiegare che, anche se campare onestamente è duro e le differenze e le ingiustizie della nostra società sono enormi, la risposta non può essere quella di impugnare un'arma, far detonare un ordigno o alimentare organizzazioni criminali. Chi fa il mafioso finisce al cimitero o in galera, e questa è già una tragedia. Ma che poi questa gente spezzi la vita a una persona meravigliosa, uno sportivo pieno di progetti e futuro come Domi, è del tutto inaccettabile. Tutte le persone che sono qui devono prendere l'impegno a liberare Altamura da gentaglia capace di atti del genere. Devono fare un giuramento, con quella stessa determinazione, semplice e ineluttabile, che Domi ha messo nella sua vita”.
 

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