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Altamura: la masseria confiscata ai clan rischia la chiusura

Dopo nove mesi la struttura alberghiera di lusso affidata allo chef Gianfranco Vissani si ritrova con i conti in rosso e l'Agenzia dei beni confiscati alla mafia che la gestisce pensa alla cessione per salvare i 36 dipendenti

E' durato nove mesi il sogno di fare di una masseria confiscata alla mafia altamurana un presidio di legalità affidandola allo chef più noto della tv italiana, Gianfranco Vissani. Ora, dopo aver rilevato un buco che potrebbe aggirarsi attorno ai 600mila euro, l'Agenzia dei beni confiscati alla mafia vuole cedere l'Antica masseria dell'Alta Murgia e ha avviato contatti con la Regione Puglia per non mandare a casa i 36 dipendenti che da due mesi sono senza stipendio.

LA TRATTATIVA CON LA REGIONE  - "Come Regione - spiega il presidente della Puglia, Nichi Vendola - non abbiamo avuto alcun ruolo finora. Siamo stati chiamati dall'Alto commissariato che ci ha chiesto se eventualmente eravamo interessati a gestire la masseria in altra maniera. Ora stiamo riflettendo e verificando". Nei giorni scorsi l'assessore pugliese ai beni confiscati alle mafie, Nicola Fratoianni, aveva spiegato che la Regione "sta valutando l'offerta dello Stato" ma "non ha alcuna intenzione di continuare solo con la ristorazione. Pensiamo ad una scuola di cucina, alla valorizzazione dei prodotti locali con l'aiuto di Libera, ma senza Vissani".

LA GESTIONE VISSANI - La gestione della sala ricevimenti era un'esperienza pilota di partnership tra pubblico e privato voluta dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla mafia. Vissani avrebbe dovuto gestire e rilanciare la struttura alberghiera di lusso che già prima dell'affidamento allo chef, nel marzo 2011, vantava prenotazioni per una novantina di banchetti, matrimoni inclusi. La struttura è costituita da fabbricati per poco più di 8.500 metri quadrati circondati da un parco di 66.507 metri quadrati; è specializzata in ristorazione e banchetti ed è stata confiscata nel maggio 2007. Il 4 febbraio 2011 il complesso è stato acquisito del tutto dall'Agenzia e poche settimane più tardi consegnato a Vissani durante una cerimonia a cui parteciparono anche l'allora sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, e l'allora direttore dell'Agenzia, prefetto Mario Morcone.

MANTOVANO: "NO ALLA CHIUSURA" - L'ex sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano (Pdl) ha scritto al ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, chiedendo di avviare "nei tempi più rapidi" un tavolo di lavoro fra ministero, Agenzia per i beni confiscati alla mafia, Regione Puglia, enti territoriali e magistratura per "superare gli ostacoli di natura contabile e di sostenibilità finanziaria, e a proseguire nel rilancio" di Parco dei Templari, l'ex masseria di Altamura (Bari) confiscata alla mafia e affidata in gestione allo chef Gianfranco Vissani. "Quando - scrive Mantovano - appena un anno fa l'Agenzia per i beni confiscati, d'intesa con l'autorità giudiziaria e con l'amministratore giudiziario, ha proposto a Vissani di prendere in gestione l'azienda, e questi ha accettato, il segnale che ha dato lo Stato - lo Stato, non il Governo Berlusconi, o il ministro dell'Interno dell'epoca o il precedente direttore dell'Agenzia - è che togliere i beni ai mafiosi non significa solo punire gli stessi, ma significa anche far entrare lavoro, mezzi ed energie in un circuito di piena legalità, facendo di più e di meglio di quanto accadeva prima". Secondo Mantovano, "la scommessa da vincere ad Altamura, nel Barese, in Puglia è che, grazie anche al rilancio di aziende confiscate, col contributo di privati di prestigio, lo Stato c'é, e la comunità civile, economica e sociale sono al suo fianco. Chiudere, o sospendere, o ridimensionare l'attività del 'Parco' andrebbe nella direzione esattamente opposta: neanche cinque anni di lezioni di legalità nelle scuole della zona riuscirebbero a parare il colpo".

(Ansa)

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