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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Vidimò biglietto in ritardo: donna vince contenzioso con l'Amtab

Nel 2009 una donna fu multata da un controllore Amtab perchè rea di aver obliterato il biglietto solo all'arrivo del verificatore. Dopo quasi tre anni, il Giudice di Pace annulla la sanzione e dà ragione all'utente

Una sentenza che rischia di essere il precedente 'guida': è questo quello che potrebbe diventare la decisione presa qualche giorno fa dal Giudice di Pace di Bari che ha risolto un contenzioso, in piedi da quasi tre anni, fra una donna e l'Amtab. La vicenda ha inizio nel febbraio del 2009 quando la donna in questione, in possesso di regolare biglietto di viaggio su una vettura della Municipalizzata, si vedeva recapitare una multa di 50 euro dal controllore del mezzo. Secondo il verificatore, infatti, la donna aveva vidimato il suo titolo di viaggio solo alla vista del controllore stesso e non al momento della salita sul mezzo, come previsto dalle norme Amtab. Nonostante le richieste di confronto, rimaste inascoltate, operate dalla donna, a distanza di un anno l'ammontare del verbale si raddoppiava spingendo l'utente ad adire, grazie all'ausilio dell'ADOC (Associazione per la Difesa e l'Orientamento dei Consumatori), le vie legali avviando un ricorso in opposizione alla sanzione amministrativa perché assolutamente ingiusta.

Finalmente, il Giudice di Pace ha risolto il contenzioso fra le due parti accogliendo in modo totale il ricorso della donna perchè "...dal verbale si evince l’esistenza del regolare titolo di viaggio obliterato “in presenza del verificatore”. Nessuna norma vieta l’obliterazione del biglietto in presenza del verificatore, senza alcuna altra spiegazione". Decisione, quindi, che potrebbe sancire un bel viatico per i contenziosi di tal genere come espresso dal Presidente dell'Adoc Puglia Pino Salamon: "Speriamo sia caduto un tabù: quello di non riuscire a dialogare con una azienda dei trasporti pubblici locali che rimane cieca e sorda. La strada intrapresa, infatti, è stata fortemente voluta perché ci sembrava assurdo che la vicenda poteva registrare l’ennesima vittima, in particolare per un verbale che dimostrava palesemente di essere stato redatto per un processo alle intenzioni”.

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