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Cronaca Carbonara

Diciassette anni fa l'omicidio di Gaetano Marchitelli, vittima innocente di mafia: Bari non dimentica il 15enne ucciso a Carbonara

In mattinata la cerimonia presso la lapide che ricorda il ragazzo nella piazza del quartiere. Sui social il pensiero del presidente della Regione Emiliano: "La sua morte ha richiamato tutti a una scelta: decidere da che parte stare"

Aveva 15 anni Gaetano Marchitelli, quella maledetta sera del 2 ottobre 2003. Gaetano andava a scuola, e la sera lavorava come garzone in una pizzeria del suo quartiere, Carbonara, per guadagnare una piccola paga che gli consentiva di non gravare troppo sulla sua famiglia. Quella sera, davanti a quella pizzeria, Gaetano si trovò nel mezzo di una sparatoria tra gruppi malavitosi rivali, e rimase ucciso, giovanissima vittima innocente di mafia. Come ogni anno, questa mattina, in piazza Umberto I a Carbonara, dove c'è una lapide a lui dedicata, si è svolta una cerimonia di commemorazione, cui hanno parrtecipato, tra gli altri, insieme ai familiari di Gaetano, l'assessore ai lavori pubblici Giuseppe Galasso in rappresentanza del Comune, la presidente del Municipio IV Grazia Albergo, Don Angelo Cassano, referente di Libera a Bari.

Decaro: "Sbarrare strada alla violenza"

Il sindaco Antonio Decaro, su Facebook, ha chiesto di ricordare Gaetano pensando al futuro dei giovani: "Abbiamo il dovere di insegnare ai nostri ragazzi, tutti, senza alcuna distinzione, che dentro la violenza e la sopraffazione, dentro il culto del denaro facile non c'è alcun futuro ma una strada segnata, che finisce inevitabilmente male. Noi questa strada dobbiamo sbarrarla per sempre. Lo dobbiamo a Gaetano, ai tanti innocenti vittime della criminalità. Lo dobbiamo ai nostri figli"

"La città non dimentica Gaetano"

"Ritrovarsi qui per ricordare Gaetano -, insieme alla sua famiglia, significa che questa città non dimentica l’omicidio di un ragazzo giovanissimo, allora quindicenne, un ragazzo pulito che studiava e faceva piccoli lavoretti per non gravare sulla sua famiglia - ha dichiarato Galasso -. Il 2 ottobre di diciassette anni fa Gaetano è stato ammazzato, a pochi passi da qui, a causa di una faida in corso tra due clan rivali, gli Strisciuglio e i Di Cosola. Anche quella sera stava lavorando, come faceva da qualche tempo, ma quei colpi sparati all’impazzata da un’auto hanno spezzato la sua vita innocente e, con essa, tutti i suoi sogni di adolescente. A tutti i ragazzi e le ragazze come Gaetano affidiamo il futuro di questa città, che negli anni ha saputo reagire e sviluppare gli anticorpi alla cultura mafiosa, e che oggi, sempre più spesso, trova il coraggio di denunciare le dinamiche violente e gli episodi di sopraffazione tipici degli ambienti criminali, nei quali sono cresciuti i killer di Gaetano. Persone che non si sono fatte scrupoli a sparare nel mucchio e colpire un innocente" conclude Galasso.

"Ricordare Gaetano è un dovere morale"

"Ricordare Gaetano Marchitelli, vittima innocente di mafia, è un dovere morale - ha commentato la presidente Albergo - Lo è oggi nel giorno dell’anniversario della sua morte, e lo è ogni giorno nelle nostre azioni quotidiane e nelle scelte che compiamo. Essere qui oggi per ricordare Gaetano significa scegliere la legalità e la giustizia, significa impegnarsi contro le mafie, significa raccontarlo ai nostri figli e ai più piccoli affinché nessuno dimentichi mai. Noi non dimentichiamo Gaetano Marchitelli".

Emiliano: "La morte di Gaetano ha segnato il corso della nostra storia"

Ha rivolto un pensiero a Gaetano Marchitelli, nel 17esimo anniversario del suo omicidio, anche il presidente della Regione, Michele Emiliano, con un post su Fb. "Nel caso di Gaetano la sua storia non ha segnato solo le vite di chi lo ha conosciuto e amato, ma ha segnato il corso della storia di Carbonara e di Bari. Ha determinato una scossa, richiamando tutti a una scelta: decidere da che parte stare. Dopo la sua uccisione un intero popolo ha voltato le spalle alla mafia e ha iniziato un cammino, collettivo, affinché una cosa del genere non accadesse mai più. Questa lotta è sempre in atto, non finisce mai del tutto, le mafie italiane sono attive, anche nei luoghi dove sono state represse duramente come in Puglia. Il modo migliore per continuare a metterle all’angolo è unire all’attività fondamentale di magistratura e forze dell’ordine, quell’antimafia di popolo, sociale, che una storia come quella di Gaetano Marchitelli ci insegna".

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