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Cronaca

Appalti truccati per le forniture sanitarie, condannati Tarantini e l'ex manager Asl Lea Cosentino

Quattro anni all'imprenditore, due e mezzo all'ex direttrice generale della Asl barese: il processo riguardava presunte irregolarità nella gestione delle gare per l'acquisto di attrezzature e protesi sanitarie

Sei persone, tra cui l'imprenditore Gianpaolo Tarantini e l'ex direttrice generale della Asl di Bari, Lea Cosentino, sono state condannate dal tribunale di Bari a pene comprese tra i due e i quattro anni di reclusione, nell'ambito di uno dei processi su presunte irregolarità negli appalti nella sanità pugliese.

In particolare, i fatti contestati, risalenti agli anni 2008-2010, riguardavano la gestione di gare e trattative per l'acquisto di attrezzature e protesi sanitarie alla Asl di Bari.

Sei degli otto imputati sono stati riconosciuti colpevoli, a vario titolo,  di associazione per delinquere, peculato e truffa. Nei mesi scorsi era già stata dichiarata dal tribunale la prescrizione di 14 dei 21 capi d'imputazione contestati

Assolto "per non aver commesso il fatto" da tutte le accuse l'allora direttore amministrativo della Asl Bari Francesco Lippolis. Prosciolto per prescrizione Claudio Tarantini, fratello di Gianpi, che rispondeva unicamente di due episodi di corruzione.
    
Tarantini è stato condannato a 4 anni di reclusione per associazione per delinquere e peculato, Lea Cosentino a 2 anni e 6 mesi, l'allora capo area gestione patrimonio della Asl di Bari Antonio Colella e il funzionario Asl Michele Vaira a 3 anni.

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