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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Dodicenne morta per ipertermia al Giovanni XXIII, il padre: "Voglio la verità"

I fatti si riferiscono allo scorso 19 settembre, quando Zaray fu ricoverata per un intervento di riduzione della frattura del femore. Una commissione interna dell'ospedale sta indagando sulle presunte responsabilità

"Voglio delle risposte". Chiede chiarezza ai microfoni del Tgr Puglia il padre di Zaray, la 12enne deceduta lo scorso 19 settembre al 'Giovanni XXIII' per una presunta ipetermia maligna, una febbre grave che tuttavia può essere contrastata con un farmaco specifico. La bambina era stata ricoverata all'ospedale Giovanni XXIII per un intervento di riduzione della frattura del femore. Il malore sarebbe sopraggiunto subito dopo l'intervento, provocando poi la morte della piccola. Sulla vicenda la Procura di Bari ha aperto un'inchiesta.

Le indagini

Massimo Coratella, che ha adottato Zaray quando aveva sei anni, attende che sulla vicenda venga fatta piena luce. "Non sapere la verità aumenta solo il dolore della perdita di una figlia tanto voluta, che dava tante gioie", ha spiegato ai microfoni del Tg regionale. L'ipertermia sarebbe stata una reazione all'anestesia somministrata alla 12enne. Per fare chiarezza sulla vicenda è stata anche istituita una commissione interna dell'ospedale, ma - riferisce il Tgr - le versioni fornite dagli operatori sarebbero state discordanti. In particolare non si riuscirebbe a capire se il dantrolene, il farmaco utilizzato per calmare l'ipetermia, sia stato effettivamente somministrato alla bambina oppure no. In un articolo pubblicato oggi, il Corriere del Mezzogiorno, che sin dalle scorse settimane aveva raccolto gli appelli del padre di Zaray a fare chiarezza sulla vicenda, fa riferimento alla testimonianza di una specializzanda, presente in sala operatoria, che per prima avrebbe ipotizzato l'ipertermia ma sarebbe stata allontanata.

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