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Cronaca Via Mayer Massimiliano

Armi e droga in un garage del Libertà: arrestati presunti affiliati al clan Strisciuglio

In manette quattro uomini ritenuti vicini a Vito Valentino, considerato dagli investigatori il boss 'emergente' del clan al quartiere Libertà. Le indagini partite da un sequestro di armi e droga avvenuto in un garage di via Mayer ad aprile scorso

Le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza del garage mostrano il continuo andirivieni. Arrivano, in auto o in bici, raggiungono uno scooter parcheggiato, prelevano ciò serve e vanno via. Perché è lì, in quell’autorimessa di via Mayer, in pieno quartiere Libertà, dove tanti ignari residenti lasciano le proprie auto, che nascondono armi e droga.  (IL VIDEO)

Ma quei movimenti sospetti  non sfuggono agli agenti della Squadra Mobile: quel garage frequentato da soggetti ritenuti vicini al gruppo Strisciuglio del Libertà finisce presto nel mirino dei poliziotti. Tra quei soggetti c’è anche Natale Cucumazzo, ritenuto il braccio destro di Vito Valentino, che gli investigatori considerano il boss ‘emergente’ del clan. Dopo essere uscito dal carcere a marzo scorso, Valentino – ricostruiscono gli inquirenti – mira a costruirsi un proprio gruppo di fedelissimi, per assicurarsi il controllo delle attività illecite su parte della città: spaccio ed estorsioni, soprattutto. E poi le armi, tante, indispensabili per far ‘pesare’  la propria presenza sul territorio.

E’ il 30 aprile quando gli agenti fanno irruzione nel garage: nel vano portaoggetti di un ciclomotore privo di targa, recuperano pistole, munizioni e droga.  Le indagini vanno avanti, vengono sequestrate le registrazioni video del sistema di videosorveglianza.  Si arriva così agli arresti di questa mattina: in carcere sono finite quattro persone, ritenute vicine al clan Strisciuglio e in particolare alla figura di Vito Valentino, arrestato sempre dalla Squadra Mobile l’8 luglio scorso. Le accuse per gli arrestati sono, a vario titolo, di porto e detenzione di armi comune da sparo clandestine, munizioni, ricettazione e droga. (I NOMI DEGLI ARRESTATI).  Il garage, insomma, rappresentava un nascondiglio sicuro, “insospettabile”, e “strategico”, che avrebbe consentito al gruppo di avere una continua disponibilità di armi e droga nel quartiere.  

E di certo, come dimostrano anche i numerosi sequestri compiuti di recente dalle forze dell’ordine, la quantità di armi in possesso dei clan baresi, e di alcuni in particolare, è notevole. Quella stessa sera, del resto,  ricordano gli investigatori, nonostante il blitz nel garage appena compiuto dalla polizia, nel quartiere si registra un grave fatto di sangue: nel mirino dei killer Luigi e Antonio  Luisi, padre e figlio, colpiti mentre si trovavano all’interno di un circolo ricreativo.  Ennesimo segno di un ambiente criminale ‘in fibrillazione’.  Su quell’episodio le indagini sono ancora aperte.

“Quello che colpisce – ha sottolineato in conferenza stampa Luigi Rinella, capo della Squadra Mobile  di Bari  – è l’atteggiamento di  assoluta arroganza del gruppo.  Il fatto di muoversi in totale libertà, sicuri di rimanere impuniti.  Era anche quell’atteggiamento ad incutere paura nel quartiere”.   Lo “stile Gomorra barese”,  lo ha definito il questore Antonio De Iesu, per indicare la spavalderia e il potere di intimidazione del gruppo vicino a Vito Valentino, “fortemente indebolito  e ridimensionato”,  ha sottolineato Rinella, “dagli arresti odierni”.

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