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Cronaca

Truffa ai danni della Provincia, arrestati i fratelli Antro

Ai domiciliari gli imprenditori Alviero ed Erasmo Antro. Sono accusati di truffa aggravata e continuata nei confronti di vari istituti di credito e della Provincia di Bari, per la quale gestivano la manutenzione delle strade. Sequestrati beni per venti milioni

Sono stati arrestati all'alba dalla Guardia di Finanza di Bari gli imprenditori Alviero ed Erasmo Antro - quest'ultimo vicepresidente della Camera di Commercio e membro del Cda del Petruzzelli fino al commissariamento -. I due fratelli,  amministratori del Consorzio Sigi, sono accusati di truffa aggravata e continuata nei confronti di vari istituti di credito e della Provincia di Bari.

LE ACCUSE - In particolare, gli imprenditori sono accusati di aver presentato documenti falsi alle banche per chiedere anticipazioni su crediti verso la Provincia di Bari che non erano dovuti, nel periodo tra il 2008 e il 2011. Attraverso il Consorzio Sigi, infatti, i fratelli Antro dal 2007 erano affidatari dell'appalto di manutenzione delle strade e della segnaletica stradale della Provincia di Bari per un importo di oltre tre milioni di euro l'anno.

LA TRUFFA - Il meccanismo della truffa, cominciata nel 2008, consisteva nell'emettere fatture alla Provincia - per importi elevati e su prestazioni mai effettuate - che venivano poi utilizzate per chiedere anticipazioni bancarie. Inoltre, per dare prova dei crediti vantati, i due imprenditori avrebbero esibito alle banche registri di contabilità e certificati di pagamento che riportavano il logo contraffatto della 'Provincia di Bari'.

Il sistema ha cominciato ad andare in crisi nel 2011, quando le banche, insospettitesi, hanno chiesto alla Provincia la liquidazione di alcune fatture del Consorzio Sigi. Per tutta risposta, la Provincia ha dimostrato che quei lavori non erano mai stati effettuati né commissionati e che quindi si trattava di una truffa. Così le banche si sono rivolte alla magistratura, come anche la Provincia, che ha subito interrotto ogni rapporto con gli imprenditori. Le indagini in corso, tuttavia, sono volte anche ad accertare l'eventuale presenza di "complici" all'interno degli stessi uffici amministrativi dell'ente.
 

I BENI SEQUESTRATI - A carico dei due imprenditori la Procura ha anche disposto il sequestro di beni immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore stimato in 20 milioni di euro. Si tratta di 62 immobili, la maggior parte a Bari, ma anche a Roma, a Rosa Marina,  a Cortina d'Ampezzo e in Costa Smeralda. Sotto sequestro anche quote di partecipazione in sette società (attive nel settore della costruzione di infrastrutture stradali, intermediazione immobiliare e gestione di bar); disponibilità finanziarie su 220 conti correnti; depositi in conto titoli e/o obbligazioni; 50 certificati di deposito; fondi di gestione collettiva del risparmio e cassette di sicurezza.

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