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Blitz contro le mafie dell'Est, scoperta banda transnazionale: 15 arresti

La Dda di Bari ha sgominato un presunto sodalizio russo-georgiano che avrebbe operato in Puglia ma anche nel resto dell'Italia e in diverse nazioni europee. Le indagini sono partite dall'omicidio di un cittadino del Paese caucasico avvenuto nel gennaio 2012

Un'associazione a delinquere che, secondo la Procura di Bari, avrebbe avuto come obiettivi un omicidio, furti, estorsioni e attività di riciclaggio, avvalendosi anche della corruzione e dell'utilizzo di documenti falsi. La Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ha smantellato oggi una presunta organizzazione mafiosa composta da cittadini di origine russa e georgiana che avrebbe operato in Italia e all'estero. Quindici le ordinanze emesse dal Gip del capoluogo. I reati sono aggravati dalla transnazionalità.

LE INDAGINI - Gli investigatori hanno composto i tasselli del presunto clan partendo dalle indagini sull'omicidio di un cittadino georgiano avvenuto proprio a Bari nel gennaio 2012. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, il cittadino di origine caucasica sarebbe rimasto vittima di una faida tra due clan rivali georgiani Kutaisi e Rustavi, che a Bari controllavano il traffico commerciale da e verso la Georgia attraverso due agenzie di spedizioni, la 'Italiano srl' e la 'Geotransit srl'. Le indagini hanno consentito di identificare i responsabili dell'omicidio, quattro cittadini georgiani fra i 24 e i 33 anni. Due di loro sono stati arrestati in Portogallo, gli altri due sono latitanti. Oltre ai due presunti killer appartenenti al clan Rustavi, sono state arrestate altre 13 persone ritenute esponenti del clan rivale di Kutaisi (di cui la vittima faceva parte) in Repubblica Ceca, Lituania, Russia, Portogallo e Ungheria. Tra questi anche il capo mafia Dzangveladze Merab. Dalle indagini svolte in collaborazione con gli uomini dell'Interpol e dell'Europol, è emersa l'esistenza di un'articolata organizzazione criminale transnazionale, composta da georgiani, armeni, azeri e russi, con ramificazioni in Europa e nei Paesi appartenenti all'ex Unione Sovietica. Basi operative in Italia sono state individuate a Bari, Napoli, Empoli, Venezia, Roma e Milano.

OPERAZIONE "SKHODKA" - L'indagine della Dda è stata chiamata 'Skhodka', che in russo significa summit. Il riferimento è agli incontri periodici organizzati dai vertici di queste organizzazioni mafiose per eleggere e nominare i propri affiliati, chiamati 'ladri in legge', e per risolvere - anche attraverso decisioni 'estreme', come gli omicidi, i contrasti interni all'organizzazione. Nel 2011, ad esempio, l'incontro si era tenuto a Milano. Successivamente a Dubai proprio sulle interferenze nelle estorsioni sulle spedizioni da due agenzie baresi. Proprio lì, il primo dicembre 2011, si sarebbe decisa la morte del 51enne ucciso a Bari nel gennaio 2012, già sfuggito ad un agguato ad ottobre 2011 dopo che nell'agosto precedente aveva accoltellato un esponente del clan rivale, nella stessa piazza dove poi ha perso la vita. A portare gli inquirenti sulla strada della mafia internazionale, è stato un tatuaggio sul corpo della vittima, che ne ha raccontato la storia criminale. Quindi sono state avviate indagini in tutta Europa, e oltre, per ricostruire l'organigramma di questi gruppi criminali. Contestualmente agli arresti sono state eseguite nelle ultime ore numerose perquisizioni. In una delle abitazioni di Praga, una lussuosa villa, nella disponibilità del capoclan Merab, catturato in Ungheria, sono stati trovati e sequestrati 100.000 euro e documentazione contabile. Gli investigatori ritengono si tratti di parte della cosiddetta 'obshak', la cassa comune dove confluiscono tutte le somme derivanti dalle attività illecite nelle varie parti del mondo. "In un rapporto dell'Interpol risalente al 1995 - ha detto il procuratore di Bari, Antonio Laudati - il valore di questa cassa era stimato in circa 105 milioni di dollari".

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