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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Il pizzo a Bari? Non fa distinzione di quartieri". Fai Antiracket, lotta quotidiana

Il gruppo, nato lo scorso aprile, fornisce sostegno concreto ai commercianti, attraverso assistenza specifica e supporto anche istituzionale. La presidente, Pina Lacarbonara: "Nell'ultimo periodo la crisi ha peggiorato il problema. Il coraggio può aiutare ad uscirne"

"Quello che consigliamo, ai commercianti assillati continuamente da richieste di soldi, è quello di denunciare e affidarsi alle associazioni antiracket, dove potranno trovare sostegno morale, legale ed economico grazie all'aiuto dello Stato". Il pizzo rappresenta, purtroppo, una costante per chi vuole aprire un'attività commerciale nel nostro paese. Non fa eccezione la nostra città, dove, nonostante la presenza di sportelli ad hoc per assistere i negozianti, è sempre difficile uscire dal buco nero rappresentato dai clan che bussano alla porta della propria azienda.

In questo senso, l'impegno dell'Associazione Antiracket di Bari, è costante. Fondata il 18 aprile scorso, è parte del FAI Nazionale e ha già raccolto numerose adesioni istituzionali, svolgendo attività per convincere i commercianti a uscire allo scoperto: "Negli ultimi mesi - spiega la presidente, Giuseppina Lacarbonara - abbiamo svolto parecchie 'passeggiate' e incontri con negozianti in diversi quartieri, dal centro alla periferia. Nell'ultimo periodo, complice la crisi, il problema è anche aumentato. La gente deve avere il coraggio di dire no". In base a quanto 'monitorato' nei mesi scorsi, non vi sono troppe differenze tra i vari quartieri della città: il pizzo colpisce sia il salotto buono che le zone meno 'nobili', sedi dei clan storici cittadini

Lacarbonara, proprietaria di un negozio di ottica, è stata già in passato vittima del racket, ma è riuscita, con forza e determinazione, ad uscirne: "E' stata dura - racconta - ma siamo riusciti a toglierci un peso. Bisogna cercare, come associazione antiracket, di infondere fiducia agli altri, giorno dopo giorno, facendo capire che si può andare avanti con il proprio lavoro, perché se si decide di pagarli, la tua attività prima o poi va a rotoli. Per questo, da parte nostra, dobbiamo essere presenti e accompagnare i negozianti fornendo assistenza". 

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