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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Ore di attesa al pronto soccorso del Giovanni XXIII, un solo pediatra per una marea di bambini": la denuncia di una mamma  

Il racconto di una cittadina sulla situazione vissuta al pediatrico: "Bambini ammalati stanchi e provati dall'attesa, servizi igienici inadeguati: possibile che in un ospedale succeda tutto ciò?"

Un'attesa cominciata alle 19.30, e finita cinque ore e mezzo dopo, senza neppure essere riusciti a far visitare la bambina malata. Una vera e propria odissea, quella raccontata da una mamma che venerdì sera si è rivolta al pronto soccorso dell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII.

Le spiegazioni e le scuse del direttore sanitario

"Arriviamo alle 19.30 - racconta la donna nella sua testimonianza, postata sui social e inviata anche a BariToday - Mia figlia  con febbre a 40 e forte mal di orecchio. C’era una marea di gente con altrettanti bambini e dopo un’ora di attesa arriva il nostro turno per l’accettazione. L’infermiera controlla i parametri alla bambina, le misura la temperatura, le somministra tachipirina e con molta tranquillità mi dice che “bisogna attendere un bel po’ prima di una visita dell’unica pediatra presente”. Sconcertata - prosegue la mamma - torno nella sala d’attesa con il mio numeretto 57 (ed erano al 42) inconsapevole di come si sarebbe evoluta la situazione. Nel frattempo chiacchiero con altre mamme e molte di loro mi dicono di essere lì dalle 16/16.30 e che giustamente tutto ciò non era plausibile. Intanto continuano ad arrivare bambini, barelle, ambulanze... e il mio pensiero va a quell’unico pediatra, oltre la vetrata, che avrebbe dovuto gestire il tutto da solo. E il tempo passa... e sono le 23... La situazione inizia a degenerare con i bambini ormai stanchi e provati sia dalla malattia che dall’attesa: molti vomitano sulle sedie, per terra, sulle spalle della mamma, tanti urlano e tossiscono fino a perdere il fiato... e mia figlia giustamente fa il bisognino nel suo pannolino. Peccato però che in un ospedale pediatrico manchino i servizi igienici (nel vero senso della parola) adeguati. Un unico e solo bagno alla mercé di tutti ed ovviamente privo di fasciatoio. Decido di non cambiarla. Da lontano osservo i genitori stanchi su quelle sedute fredde e metalliche, vedo anche un papà corso in pigiama, con ai piedi le sneakers, stringere il suo bimbo pallido al petto, ma anche lui ha il numeretto e chissà quando sarà chiamato. Sono le 00.10 e arriva un’ambulanza con codice rosso. Da quel momento in poi, ovviamente, si interrompe qualsiasi iter per chi è in attesa da secoli perché l’unico pediatra deve giustamente dare precedenza all’urgenza. Arrivano anche dei rianimatori non so da dove. Fine. All’una decidiamo di tornare a casa perché stanchi, maltrattati, spazientiti e con mia figlia in piena crisi di dolore". Una situazione inaccettabile, sottolinea la donna, per l'attesa infinita ma anche per l'assenza di servizi adeguati alle esigenze dei bambini: "Rispetto massimo per l’unico pediatra e tutti gli infermieri e i vigilanti, ma possibile che in un ospedale come questo succeda tutto ciò? Mancano perfino le basi igieniche! In quella stanza, (priva di aspiratori per il ricambio d’aria previste dalle normative nazionali), centinaia e centinaia di virus hanno fatto festa ballando e cantando alla faccia nostra. Ed è normale - conclude la donna - che dopo 5 ore e mezza una mamma debba ritornarsene a casa con la bambina in queste condizioni?". 
 

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