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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Bari Vecchia / Piazza Mercantile

Museo civico e Casa Piccinni, il Comune cerca privati per la gestione

Palazzo di Città lancia il bando per il recupero e la riapertura dei due spazi: l'idea è quella di trasformarli, rispettivamente,

È stato pubblicato sul sito del Comune l’avviso per l’affidamento in gestione di due immobili di proprietà pubblica rappresentati dalla casa natale di Nicolò Piccinni - per la parte accessibile al pubblico costituita dal piano terra (foyer, sala museale, spazio concerti) - e dal Museo Civico, anche ai fini della trasformazione di quest’ultimo in Museo della città.

“La scelta dell’amministrazione comunale - ha commentato l’assessore alle Culture Silvio Maselli - va nella direzione indicata anche dai più recenti orientamenti della Unione Europea, che invita le pubbliche amministrazioni a procedere ad interventi di recupero funzionale e strutturale degli immobili di carattere culturale per poi affidarne il più possibile la gestione a soggetti privati che abbiano le competenza necessarie per assicurarne una corretta gestione. Si tratta, cioè, di un passaggio molto importante: con il bando in pubblicazione da oggi, che resterà aperto per 30 giorni, chiediamo a soggetti di impresa o ad associazioni di assumere la gestione di questi due spazi pubblici della città mediante la concessione d’uso”.

Il Museo civico e la casa Natale di Nicolò Piccinni, entrambi ubicati nella città vecchia, a poca distanza uno dall’altro, vengono destinati a finalità analoghe per la costruzione complessiva delle politiche culturali cittadine.

In particolare il Museo civico dovrà diventare il Museo della città, come avviene in tutte le grandi città del mondo, e trasformarsi nel luogo che custodisce in modo intelligente la storia orale, scritta e videografica di Bari e del suo territorio, eventualmente in collaborazione con altre istituzioni, pubbliche e private. A tal fine potranno essere presi in carico e catalogati materiali di archivi privati, opere storiche, biblioteche, raccolte documentali e librarie, storie private e pubbliche e promosse campagne di comunicazione in occasione di particolari ricorrenze storiche che riguardano la città.

Per quanto riguarda Casa Piccinni, l’obiettivo è quello di dar vita ad un “centro di studi musicali” aperto alla pubblica fruizione, capace di stimolare il gusto musicale della popolazione e di proporre ai visitatori un’offerta musicale dedicata alle opere buffe piccinniane e, più in generale, alla riscoperta delle tradizioni e della storia musicale locale in connessione con i grandi circuiti musicali internazionali.

“L’idea che ci ha guidati - ha sottolineato Maselli - è quella di stimolare i soggetti interessati ad avviare una raccolta di materiali documentali che costruisca una nuova visione della storia della nostra città e ne promuova una conoscenza diffusa, tra i cittadini come tra i turisti. In altri termini, ciò che chiediamo a quanti si candideranno a questo bando è di compiere una grande sforzo di immaginazione per reinventare l’utilizzo di due beni potenzialmente straordinari seppure privi uno - Casa Piccinni - di qualsiasi manufatto o documento d’epoca, l’altro - il Museo Civico - di patrimonio di sensibile valore artistico”.

Il piano complessivo di gestione richiesto ai partecipanti al bando dovrà prevedere l’incremento e ampliamento degli orari di apertura al pubblico di entrambe le strutture, l’ideazione di proposte culturali da realizzare al loro interno, l’allargamento del pubblico, la realizzazione di un nuovo allestimento, lo sviluppo di una comunicazione creativa anche basata su social media e web.

A fronte di un importo di 12.000 euro complessivi per la gestione annuale (rinnovabile per altri tre anni), è previsto che gli affidatari possano emettere e incassare titoli di ingresso alle due strutture, che non dovranno però superare i 4 euro per il Museo e i 12 euro per Casa Piccinni in occasione dei concerti dal vivo.

“Se guardate Bari dall’altro - ha concluso Maselli - potete chiaramente distinguere alcuni poli sui quali l’amministrazione Decaro ha scelto di concentrare energie e risorse: a nord il quartiere fieristico per il leisure and entertainment con gli spazi sportivi, ricreativi e culturali (è quasi finito il cantiere dell’Apulia Film House e a breve dovrebbe aprire un multisala); a sud il gioiello del Palazzo della Provincia con la Pinacoteca - la cui titolarità è ora passata alla città metropolitana - da trasformare in un grande spazio per l’arte moderna, mettendo a valore lo straordinario patrimonio esistente; ancora sul lungomare il museo archeologico di Santa Scolastica che presto aprirà al pubblico nella sua completezza; poi il miglio dei teatri - Petruzzelli, Margherita, Piccinni - per finire con il Museo Civico e la casa natale di Nicolò Piccinni a Bari vecchia; senza dimenticare la Manifattura Tabacchi al Libertà, con il progetto del centro per l’impiego e gli spazi per l'intrattenimento e, sempre al Libertà, l’Officina degli Esordi, che guarda al futuro e ai nostri giovani talenti. Una visione che può rilanciare la nostra vocazione di terziario avanzato richiamando turisti e visitatori in una città capace, finalmente, di produrre senso e di pensare a se stessa riannodando i fili della propria storia e guardando con coraggio al futuro”.

Paola Bibbò - direttore della Ripartizione Culture, già responsabile del Museo Civico, ha ricordato brevemente la storia della sua fondazione e le alterne vicende che, a partire dal 1913, ne hanno condizionato la vita. “Il museo sorge in un palazzo del XIII secolo di valore inestimabile - ha detto - probabilmente di proprietà della famiglia dei notai Rinaldi, come si evince dallo stemma sul portone (ormai quasi illeggibile), e oggi consta di un patrimonio che ha un valore prettamente storico e che annovera, tra l’altro la donazione di pergamene e ritratti della famiglia Tanzi, scesa a Bari dalla Lombardia al seguito di Isabella d’Aragona, e lo straordinario fondo fotografico di Liborio Antonelli Matteucci, che raccoglie immagini imperdibili di Bari. Poi una grande raccolta di armi da fuoco e un deposito di libri rivenienti dalla ormai scomparsa biblioteca comunale di Bari che attendono di essere inventariati, catalogati, e restituiti alla fruizione del pubblico. Di lavoro da fare ce n’è sicuramente tanto, e il mio auspicio è che chi si aggiudicherà l’avviso sappia restituire nuova vita ad un luogo che ha potenzialità grandissime, e può diventare davvero il cuore dell’identità cittadina”.

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