"Li assistiamo, non solo in tribunale": gli avvocati di strada baresi, sostegno legale per i senza dimora
Lo sportello è attivo ogni giovedì nella nuova sede di piazza Balenzano. "Sono vittime di violenza e truffe, ma li aiutiamo anche per una carta d'identità" spiega Nicola Antuofermo
"Qualcuno potrebbe pensare che il senza fissa dimora si rivolge a noi solo per problemi legali, ma spesso li aiutiamo anche per ottenere un documento. D'altronde per l'Anagrafe non esistono". È Nicola Antuofermo, referente della sezione barese della onlus 'Avvocato di strada', a spiegare quali sono i compiti degli otto volontari che dal 2005 assistono legalmente i più deboli. Li abbiamo incontrati nella nuova sede dello sportello, in piazza Balenzano, dove si sono da poco trasferiti (nel 2009 operavano nel dormitorio Andromeda, mentre dal 2012 erano ospitati nella parrocchia del Preziosissimo sangue del rione Libertà).
Come mai dopo tanti anni avete deciso di trasferirvi?
La scelta è nata dalla volontà di esser più vicini a coloro che hanno bisogno dei nostri servizi. La struttura in piazza Balenzano viene utilizzata dall'associazione In.Con.Tra, che organizza una mensa per i senza dimora. Ogni giorno diventa quindi un luogo di aggregazione ed è più facile per noi avvicinarci e far capire loro che vogliamo aiutarli. Una volta a settimana, il giovedì, due volontari sono a disposizione di chiunque abbia bisogno di assistenza legale. In totale siamo 7 avvocati e 3 volontari - oltre a me ci sono Lucia Fazzina, Mirella Mazzone, Elda Melcore, Francesco Taurisano, Michele Granito, Vito Alò, Valentina Depalma, Antonella Rizzi, Alessandra Cioce e Patrizia Viggiano - con specializzazioni nel ramo civile, penale ed amministrativo.In quest'ultimo settore seguiamo però pochi casi.
L'assistenza è gratuita?
Completamente, anche perché noi vogliamo tutelare proprio coloro che non hanno reddito e quindi non potrebbero permettersi un avvocato. Noi stessi non percepiamo nulla e dalla onlus ci vengono semplicemente rimborsate le spese che sosteniamo durante l'eventuale procedimento che seguiamo o quelle di cancelleria. Se poi otteniamo il patrocinio a spese dello Stato, tutto quello che ci viene corrisposto lo inviamo a Bologna, sede centrale della onlus.
Quanti senza fissa dimora si rivolgono a voi?
Seguiamo circa 40 casi all'anno, che vedono gli assistiti sia tra i presunti colpevoli, sia tra i danneggiati dalle condotte altrui. Ad essere sinceri sono più i casi che li vedono imputati, che difesi: la vita di strada li imbruttisce e per guadagnarsi da vivere finiscono a fare i borseggiatori o i parcheggiatori abusivi. Alcune volte, però, sono loro le vittime di truffe o di violenze. Ricordo ad esempio che nel 2010 furono intestate ad un senza fissa dimora ben 5 schede telefoniche ad uso aziendale per un credito totale di 15mila euro. In un altro caso difendemmo un senzatetto a cui era stato intestato un ramo d'azienda. Vengono avvicinati, gli si offre poco denaro in cambio di una firma e si ha un prestanome perfetto. Altre volte invece viene calpestata la loro dignità, con violenze fisiche, ma anche con video denigratori diffusi in rete (Ne è un esempio il caso di Vito, un senzatetto morto di recente e spesso bullizzato, ndr). Anche se cerchiamo sempre di evitare di finire in tribunale.
Perché?
Beh un processo ti obbliga a confrontarti con la persona difesa più volte nell'arco delle varie udienze. Con i clochard, che non hanno una residenza fissa e spesso neanche un telefono - chi ce l'ha li usa solo per le emergenze -, chiaramente diventa un problema organizzarsi per fargli seguire tutto il procedimento. È capitato che li abbiamo incontrati, ci hanno chiesto una mano e poi sono spariti nel nulla per la paura di affrontare il processo. Spesso inoltre si rivolgono a noi anche per aspetti legali che non passano per le aule del tribunale. Ad esempio per ottenere una carta d'identità.
È così difficile per loro ottenere la documentazione?
Sì, perché spesso per le Anagrafe cittadine non esistono. Questo perché i registri vengono riempiti durante i censimenti ed è difficile anche per gli ispettori dell'Anagrafe raggiungere una persona che si sposta in continuazione. Noi li aiutiamo ad essere censiti e seguiamo tutte le fasi per il riconoscimento dei documenti fondamentali, come la tessera sanitaria per le prestazioni mediche. Questo è il primo passo necessario per il reinserimento in società, ma anche per il riconoscimento di altri privilegi. Penso ad esempio alle case popolari.
Anche in questo caso immagino non sia semplice per loro ottenerla
Beh, sì, ma più che altro perché i senzatetto sono spesso single. E le graduatorie privilegiano le coppie sposate e con figli, una situazione di stabilità che chi vive per strada difficilmente riesce a raggiungere. Questo perché ha prima altre necessità più basilari, ovvero la sopravvivenza.
Si rivolgono più stranieri o più italiani agli 'Avvocati di strada'?
Più italiani e, nello specifico, persone nate a Bari. Come età andiamo dai 30 anni fino ai 55-60. Ad esempio ora seguiamo tre cause che sfociano nel penale: tra queste c'è il caso di un trentenne che coltivava marijuana e una truffa online per un oggetto venduto ma in realtà inesistente.
Per il futuro cosa chiedereste?
Ci piacerebbe poter avere un mezzo e raggiungere altri luoghi dove i senza dimora si riuniscono, così da poter ancora più essere presenti sul territorio ed annullare quella naturale diffidenza che li connota. Fino a marzo utilizzavamo il camper che l'associazione Incontra aveva ottenuto grazie al progetto 'Diritti al sud'. Ora che però quel bando è scaduto non sappiamo come sostenere la spesa di gestione del mezzo e quindi per il momento dobbiamo agire in una sede fissa come questa di piazza Balenzano.