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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Soffocato da una polpetta nel ristorante dell'Ikea, due indagati per la morte del piccolo Giulio

Iscritti nel registro degli indagati il medico del 118 che ha soccorso il bimbo e il responsabile sicurezza presso il centro commerciale. La tragedia il 20 agoso scorso

La Procura di Bari ha iscritto due persone nel registro degli indagati, con l'accusa di omicidio colposo, nell'ambito dell'inchiesta sulla morte del bimbo molisano di 3 anni deceduto il 9 settembre nell'ospedale Giovanni XXIII di Bari dopo essere rimasto soffocato da una polpetta mangiata nel vicino centro commerciale Ikea. La magistratura accerterà eventuali responsabilità del medico del 118 che il 20 agosto scorso ha soccorso il bimbo e del responsabile sicurezza presso il centro commerciale.

Saranno l'esito dell'autopsia, eseguita nei giorni scorsi dal medico legale Francesco Introna, e l'esatta ricostruzione dei fatti, dall'inizio del soffocamento fino al ricovero in ospedale circa 15 minuti più tardi, a stabilire se si sia trattato di una tragica fatalità o se quella morte poteva essere evitata.

Quello che al momento si sa è che il piccolo era in vacanza con i genitori in Puglia a bordo di un camper. La famiglia aveva deciso di fermarsi a pranzare nel centro commerciale alle porte di Bari. Ha ingoiato una polpetta di carne, senza masticarla, e ne è rimasto soffocato. La polpetta, hanno accertato subito dopo i sanitari, ha ostruito la porzione cervicale dell'esofago e della trachea, impedendo per lunghi minuti il regolare svolgimento della funzione respiratoria. I genitori hanno tentato di aiutare il figlio, senza riuscirvi, e hanno così chiamato il 118.

All'arrivo dell'ambulanza il piccolo era ormai senza ossigeno da qualche minuto. Anche le manovre praticate dai sanitari del 118 non sono riuscite a liberare le vie respiratorie. Il bambino è stato quindi trasportato d'urgenza al pronto soccorso del vicino ospedale pediatrico. Qui i medici sono riuscito a liberare, dalla polpetta di carne, esofago e trachea e a rianimare il piccolo. In coma farmacologico da subito, dapprima nel reparto di rianimazione e poi in quello di terapia intensiva, il bimbo ha lottato per settimane tra la vita e la morte ma la prolungata ipossia aveva compromesso le funzioni vitali causando ripetuti arresti cardiocircolatori e ischemie. (Ansa)

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