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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Volontari multati mentre portano cibo durante il lockdown, questa volta il giudice dà torto al Comune: verbale annullato

L’ente si è costituito anche nella causa dell'altra auto, ma il giudice di pace ha nel secondo caso accolto l’opposizione per stato di necessità e annullato il verbale di contestazione per aver parcheggiato vicino all'associazione

Questa volta la decisione del giudice è stata diametralmente opposta. Lo scorso marzo, infatti, era stato rigettato il ricorso contro la sanzione per divieto di sosta comminata dagli agenti della polizia locale di Bari a dei volontari che, il 27 aprile 2020, in pieno lockdown e con le strade deserte, avevano scaricato decine di chilogrammi di alimenti in corso Vittorio Emanuele, nella sede della loro associazione per aiutare le famiglie bisognose.

Le auto multate erano due e l’opera volontaria, qui l’ulteriore paradosso, era svolta per conto del Comune di Bari. La sanzione era arrivata per aver lasciato, nel momento dello scarico dei viveri, le due auto nello spazio della fermata dei bus, che non circolavano in quei giorni.

La beffa era arrivata con la costituzione in giudizio dello stesso Comune, al quale il primo giudice di pace pace ha dato ragione, rigettando l'opposizione dei volontari. "La destra – aveva spiegato uno dei volontari, Pietro Favia -, che non sa cosa fa la sinistra. È evidente che c’è stato un cortocircuito, ma vedere il Comune presentarsi in giudizio e pretendere il pagamento della sanzione è stato quantomeno ridicolo”.

L’ente si è costituito anche nella causa della seconda auto, ma questa volta il giudice di pace, differente, ha deciso diversamente, ha accolto l’opposizione e ha annullato il verbale di contestazione ai danni del volontario che aveva parcheggiato in corrispondenza del civico dell’associazione. Il giudice ha riconosciuto l’esimente dello stato di necessità dovuto all’opera che i volontari stavano svolgendo durante lo stato di emergenza “tutt’ora in corso”, oltretutto, e ha quindi annullato il provvedimento.

“Saremmo stati pronti a ricorrere fino in Cassazione in caso di sentenza avversa – spiega Mario Caputo, uno dei volontari che hanno ricevuto la multa - perché quella sanzione l’abbiamo avvertita come una profonda ingiustizia. Ora non ci rimane che chiedere l’annullamento anche della sanzione accessoria, che aveva decretato il decurtamento di tre punti sulla patente più una somma di 270 euro, perché gli agenti non mi avevano identificato come conducente, pure essendo presente, facendo così scattare l’ulteriore addebito e  l'ulteriore beffa”.

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