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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Bitritto

Bitritto: uccise madre e figlia, assassino arrestato dopo sette anni

Il 17 gennaio 2004 Eleonora Salomi fu ritrovata morta nelle campagne di Bitritto con un colpo di pistola alla tempia. Si pensò al suicidio, ma dopo 7 anni è stato arrestato il suo assassino. Aveva già ucciso la madre nel 2001

E' stato arrestato dopo sette anni il vero responsabile della morte di Eleonora Salomi, la 25enne ritrovata morta nelle campagne di Bitritto il 17 gennaio del 2004. Si tratta del 44enne Francesco Alfonzetti, che all'epoca aveva una relazione con la ragazza e fu il primo a dare l'allarme sulla sua morte.

IL RITROVAMENTO - La dinamica del ritrovamento - la ragazza fu trovata sul sedile guidatore della sua “BMW 318” con un colpo di pistola alla tempia destra - portò gli investigatori ad archiviare il caso come suicidio. Nell'auto, inoltre, furono ritrovati dei bigliettini manoscritti in cui la 25enne sembrava assumersi tutte le responsabilità dell'omicidio della madre, Elisabeth Lansmann, ritrovata cadavere, nuda e con il volto sfigurato, tre anni prima, nel novembre del 2001, a Garmisch, in Germania. Si pensò quindi che la ragazza si fosse suicidata a causa dei forti sensi di copla per l'uccisione della madre.

IL TESTIMONE - A segnalare con una telefonata ai carabinieri il suicidio della ragazza fu  proprio il 44enne - oggi arrestato per l'omicidio della 25enne - il quale fu ritrovato quasi nudo, sebbene fosse pieno inverno, accanto al cadavere della ragazza, e riferì di aver assistito all’insano gesto, senza essere riuscito ad evitarlo.

LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI - Nel marzo del 2007, Alfonzetti fu condannato  da parte della Corte di Assise di Brindisi per l'omicidio della madre della 25enne, avvenuto nel 2001 in Germania, sentenza poi confermata dalla Corte d’Appello di Lecce, il 25 giugno del 2009. La colpevolezza di Alfonzetti, insieme ad altri aspetti poco convincenti della sua testimonianza sul suicidio della ragazza, ha indotto gli investigatori a riaprire le indagini sul caso Salomi.

Nel corso delle nuove indagini, è stata la stessa famiglia dell'indagato, sposato e con un figlio, a fornire i dettagli più importanti a riprova della sua colpevolezza. In particolare il figlio ha raccontato di aver ricevuto in consegna dal padre, nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, i suoi due cellulari, con l'ordine di rispondere ad alcune telefonate e di mandare di tanto in tanto degli sms. Una strategia grazie alla quale Alfonzetti avrebbe costruito il suo alibi, dimostrando di aver trascorso a casa la notte precedente alla morte di Eleonora.

Un'altra testimonianza importante è stata quella di un'addetta di un'agenzia di viaggi di Modugno, nella quale Eleonora si sarebbe recata il giorno prima della sua morte per acquistare un biglietto aereo per Parigi: un'azione senza dubbio incoerente con la sua presunta volontà di togliersi la vita.

Sul luogo del ritrovamento sono inoltre stati effettuati altri sopralluoghi, che hanno permesso di ritrovare, ben nascosti in una busta in un canale di scarico delle acque reflue lì vicino, i vestiti di Alfonzetti e lo scaldacollo indossato da Eleonora il giorno del presunto suicidio, presumibilmente nascosti dall'assassino nel tentativo di cancellare ogni traccia dell'omicidio.

IL MOVENTE E L'ARRESTO - Le nuove prove raccolte dagli investigatori hanno permesso di accertare le responsabilità di Alfonzetti nella morte della ragazza, portando al suo arresto di oggi. Sia nel primo che nel secondo omicidio, il 44enne avrebbe agito per ragioni economiche legate all'eredità delle due donne, con le quali, nonostante il suo matrimonio, aveva avuto una relazione. Inoltre, con l’omicidio di Eleonora Salomi, Alfonzetti tentava di allontanare da sè ogni sospetto sulla morte della madre, rendendo verosimile una ricostruzione dei fatti secondo cui l’unica responsabile della morte di Elisabeth Lansmann era la figlia, a tal punto da suicidarsi.
 

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