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Cronaca

Blitz 'Hinterland II', colpo pesante ai clan Di Cosola e Stramaglia: 28 arresti e 72 indagati

Operazione notturna della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo: contestati numerosi reati, dall'estorsione ai commercianti, al traffico di droga, fino al porto d'armi abusivo. I clan avrebbero cercato di alterare anche le Comunali di Adelfia del 2011

Elicotteri e complessivamente oltre 300 agenti tra unità cinofile e antiesplosivo: uno spiegamento di forze imponente per infliggere un colpo pesante ai clan Di Cosola e Stramaglia. Blitz notturno della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo nell'ambito dell'operazione 'Hinterland II' che ha interessato alcuni quartieri di Bari (tra cui Ceglie), numerosi comuni della provincia come Adelfia, Valenzano, Gìovinazzo, Triggiano, Bisceglie, Sannicandro di Bari, Bitritto, Rutigliano e Palo del Colle, oltre a Taranto e Milano.

Ventiquattro le ordinanze carcerarie eseguite su 28 provvedimenti restrittivi complessivi, ai danni di presunti affiliati al due clan. In tutto sono 72 gli indagati. I reati contestati sono, a vario titolo, associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico e alla commercializzazione di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, porto e detenzione di armi da fuoco, anche da guerra, con l’aggravante del metodo mafioso.

Le ordinanze sono state emesse dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese. L'indagine, prosecuzione di 'Hinterland' (che portò allo smantellamento dei clan, con circa 100 misure cautelari) è stata avviata nel maggio 2011 e si è conclusa nello scorso agosto, tracciando una situazione in ascesa del sodalizio a cui capo ci sarebbe Cosimo Di Cosola, 42 anni. Il fratello di Antonio, già detenuto, avrebbe fatto da reggente del clan dopo la sua scarcerazione nel 2010, contribuendo, secondo gli inquirenti, a ramificare profondamente la rete del gruppo criminale, estendendola a quasi tutti i comuni dell'Hinterland, gestendone le piazze dello spaccio, adeguatamente rifornite attraverso contatti con 'grossisti' del Tarantino, del Leccese e del Veronese.

Nell'indagine, sarebbero emerse anche minacce a commercianti e imprenditori in difficoltà economiche, oltre a un presunto tentativo di 'inquinare' le elezioni Comunali di Adelfia del 2011. La struttura gerarchica del clan, unita a una importante disponibilità di potenti armi da fuoco, avrebbe, per i magistrati, reso estremamente attivo e pericoloso il sodalizio dei Di Cosola, nell'ambito della 'pax mafiosa' tra i vari gruppi della città.  L'inchiesta si è servita di intercettazioni ambientali e dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Nel corso del blitz, sequestrati beni complessivi per circa 2 milioni di euro, in particolare, 6 autovetture, 7 motocicli, 13 immobili, 6 imprese e 2 terreni. 

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