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Cronaca Altamura

Attentato alla sala giochi di Altamura, condanna a 30 anni per uno degli imputati: "Fu lui a piazzare l'ordigno"

Savino Berardi, 25 anni, è ritenuto l'esecutore materiale dell'episodio criminale, costato al vita al giovane Domenico Martimucci, mentre altre 7 persone rimasero ferite

Condanna a 30 anni di reclusione per Savino Berardi, il 25enne accusato di essere l'esecutore materiale dell'attentato alla sala giochi 'Green Table' di Altamura, avvenuto nel marzo 2015. La sentenza è arrivata al termine del rito abbreviato celebrato dinanzi al gup del Tribunale Roberto Oliveri del Castillo. 

L'esplosione nella sala giochi di Altamura costò la vita al 27enne Domenico Martimucci, morto alcuni mesi dopo per le gravi ferite riportate, mentre altre sette persone rimasero ferite.  Berardi rispondeva di strage aggravata dal metodo mafioso, omicidio volontario, sette tentati omicidi, porto e detenzione di esplosivi.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, che a giugno 2015 arrestarono i presunti responsabili del fatto, Berardi avrebbe ricevuto l'incarico di piazzare l'ordigno da Mario Dambrosio, fratello del defunto boss Bartolo e anche lui imputato, ritenuto mandante dell'attentato, voluto - secondo la ricostruzione del investigatori - per vendetta nei confronti del titolare del locale, che aveva deciso di togliere dalla sua sala giochi le slot machine imposte dal gruppo criminale.

Berardi è stato condannato anche al risarcimento danni nei confronti delle parti civili, ovvero le due sorelle e i genitori di Domenico Martimucci (con una provvisionale di 75mila euro ciascuno), alcuni dei ragazzi rimasti feriti, e Regione e Comune di Altamura, nei cui confronti sono state riconosciute provvisionali immediatamente esecutive di 20mila euro. 

E' stato invece condannato a sei anni di reclusione e al pagamento di 30mila euro di multa il 37enne Nicola Centonze, coimputato per spaccio di droga.

Per la strage sono imputati dinanzi alla Corte d'assise di Bari, con udienza fissata al prossimo 11 luglio, anche Mario Dambrosio, e il 21enne Luciano Forte, che secondo le indagini avrebbe accompagnato il sicario sul luogo della strage.

Soddisfazione per l'esito del processo è stata espressa dal presidente della Regione, Emiliano. "Questa sentenza - dichiara Emiliano - non restituirà  Domenico ai suoi cari, ma segna un momento importante per la sua famiglia e la comunità di Altamura e della Puglia. Il 70% delle oltre 900 famiglie delle vittime innocenti di mafia in Italia aspetta ancora di conoscere la verità e di ottenere giustizia. I responsabili, in questo caso, sono stati individuati, processati e, oggi, condannati. La mia gratitudine alla magistratura ed al Comando Provinciale di Bari dei Carabinieri per il lavoro svolto in tempi celeri e con tanta efficacia. Questo è il primo processo di mafia in cui la Regione Puglia si è costituita parte civile".

"La provvisionale a favore della Regione Puglia disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari -  spiega il dirigente della sezione antimafia sociale, Stefano Fumarulo - sarà investita in progetti di antimafia sociale con particolare attenzione alla città di Altamura. Alle tante iniziative in memoria di Domenico Martimucci sentiamo la responsabilità di realizzare anche attività di impegno concreto sul territorio".

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