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Cronaca

"Vaccinazioni aperte a tutti per evitare di rivedere persone in ospedale": la Regione approfitta dell'estate per completare le somministrazioni

Le parole dell'assessore Lopalco a margine dell'avvio della formazione dei primi 29 fisioterapisti arruolati per il progetto Covid@casa, promosso da Regione Puglia, Aress e Protezione civile regionale e destinato alla riabilitazione post Covid dei pazienti che hanno contratto l'infezione

"In autunno, se non sfruttiamo questo momento della pausa estiva per completare la campagna vaccinale, vedremo di nuovo persone in ospedale perché non si sono vaccinate": a spiegarlo all'Agenzia Dire è l'assessore regionale alla Sanità, Pier Luigi Lopalco, giustificando così l'apertura delle vaccinazioni a tutte le classi d'età. L'assessore è intervenuto a margine dell'avvio della formazione dei primi 29 fisioterapisti arruolati per il progetto Covid@casa, promosso da Regione Puglia, Aress e Protezione civile regionale e destinato alla riabilitazione post Covid dei pazienti che hanno contratto l'infezione: "Tra qualche giorno sarà anche il turno dei bambini dai 12 ai 15 anni, aspettiamo solo la comunicazione ufficiale del ministero della Salute per partire con la vaccinazione anche dei più fragili e poi nel corso dell'estate vaccineremo adolescenti, studenti, universitari per far partire scuola ed università in presenza e in sicurezza".

"Stiamo cercando di offrire la vaccinazione a tutti e lo faremo per tutta l'estate, sabato, domenica, a Ferragosto senza tregua e senza sosta. Il mio messaggio a tutti è: vaccinatevi" ha aggiunto Lopalco, spiegando che saranno assicurate le seconde dosi Astrazeneca e che la Regione è impegnata a ridurre le liste di attesa anche cercando risorse speciali per aumentare i turni. "Le attività di assistenza e di diagnosi devono essere accelerate, su questo la Regione è impegnata al 100%", ha continuato l'esperto ricordando che "il Covid è stata una tragedia". "Noi ci siamo impegnati per rilanciare una nuova visione di sistema sanitario e l'assistenza domiciliare di tipo riabilitativo - ha concluso - è indicativa di questo lavoro e i professionisti che lavoreranno sui pazienti Covid in questo periodo resteranno incardinati nel sistema, serviranno per rafforzare i servizi di assistenza di prossimità che fanno parte della nostra visione di sanità".

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