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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Don Tonino Bello, nuovo passo verso la canonizzazione. A novembre si chiude la fase diocesana

Il 30 novembre, nella Cattedrale di Molfetta, l'ultimo atto: la documentazione raccolta sarà depositata in tre casse distinte, due delle quali saranno inviate a Roma per l'inizio dell'iter che porterà alla beatificazione e canonizzazione del sacerdote

Sta per concludersi la fase diocesana della causa di canonizzazione di don Tonino Bello, scomparso il 20 aprile di 20 anni fa. Il prossimo 30 novembre nella cattedrale di Molfetta, la documentazione raccolta sarà depositata in tre casse distinte, chiuse e sigillate. Quella contenente gli originali sarà custodita nella Curia vescovile di Molfetta, mentre le altre due, contenenti le copie o transunti, saranno consegnate a Roma alla cancelleria della Congregazione delle Cause dei Santi, in attesa del Decreto della Validità giuridica dell'inchiesta. Si aprirà così la fase romana della causa che dovrebbe portare alla beatificazione e canonizzazione del vescovo di Molfetta.

Il Tribunale per la Causa di canonizzazione si è insediato il 30 aprile 2010, dopo che il 21 dicembre 2007 il vescovo aveva dato notizia dell'avvio dell'iter, avendo acquisito le necessarie approvazioni richieste dalla normativa canonica. Anche l'arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie ha dato il suo contributo per mettere in luce la figura di don Tonino, nominando nel giugno 2011 mons. Sabino Amedeo Lattanzio nuovo Giudice Delegato vescovile e autorizzandolo a presiedere il Tribunale della Causa di mons. Bello.

Mons. Lattanzio, dopo aver prestato giuramento, ha ascoltato fino ad oggi una sessantina di testimoni, tutti di persona, collaborando con il postulatore mons. Agostino Superbo e il vicepostulatore mons. Domenico Amato. I testimoni ascoltati - quelli proposti dal Postulatore e quelli indicati 'ex officio' dal Giudice Delegato - sono vescovi, sacerdoti, religiosi, collaboratori intimi di don Tonino Bello quando questi era sacerdote e, poi, vescovo, amici d'infanzia, parenti, amici di seminario e gente comune.

"Da tutti traspare un don Tonino sempre uguale a se stesso, appassionato di Gesù Cristo, del suo Vangelo, della Causa del Regno e della sua giustizia, quindi, degli ultimi e dei poveri" ha affermato mons. Sabino Lattanzio - si sottolinea in una nota dell'arcidiocesi di Trani - senza rivelare altro per restare fedele al segreto d'ufficio.

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