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Cronaca

Giocattoli e sorrisi nella sala d'attesa del carcere: 'Chiavi a colori' per bimbi e mamme

Tra i promotori del progetto anche l'associazione 'Seconda Mamma'. Riqualificati alcuni ambienti dove i piccoli, assistiti da alcune volontarie, possono trascorrere il tempo giocando

Uno spazio dedicato a loro, con sedioline colorate e tavoli dove poter far giocare i bimbi dei genitori in attesa di incontrare, negli orari di visita, i propri parenti detenuti nella Casa circondariale di Bari: da sabato è diventato realtà il progetto 'Chiavi a colori', promosso dal Garante regionale dei Detenuti, dalle associazioni Seconda Mamma, Marcovaldo e Viviamo in Positivo assieme allo studio Ded'A & Florio, per rendere più gradevoli e a misura di bambino spazi e aree fredde, rendendo meno triste e cupo il percorso da effettuare prima di incontrare il proprio papà, zio o nonno. L'attesa, infatti, può durare anche 45 minuti, tra identificazioni e perquisizioni, prima di accedere nella stanza dove ad attenderli c'è il loro parente: "Il progetto - spiega Silvia Russo Frattasi, presidente di Seconda Mamma - ha permesso la riqualificazione di ambienti all'interno della struttura, solitamente grigi e cupi. Quando i bambini hanno visto giocattoli e sedie della loro misura hanno cambiato decisamente umore. Le mamme erano molto felici e sorprese".

Russo Frattasi: "Riqualificheremo tutto il percorso"

I piccoli sono assistiti da alcune volontarie, solitamente in quattro ma il numero più crescere fino a sei nelle giornate più 'affollate'. Sabato erano, infatti, già presenti 35 bimbi. la sperimentazione durerà alcumesi e, se sarà positiva, potrebbe trasformarsi in un servizio permanente: "La direzione del carcere, a cui va il mio sentito ringraziamento, assieme agli agenti di Polizia Penitenziaria, per averci dato una grande mano - afferma Russo Frattasi - ha affisso l'elenco delle giornate di animazione per i bambini e crediamo che molte mamme prenoteranno le visite proprio in quelle date. Il nostro obiettivo è quello di riqualificare, gradualmente, tutto il percorso, dalla sala iniziale. Non è semplice 'lottare' contro i propri figli che piangono nelle lunghe attese. Tutti sono genitori allo stesso modo".

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