Rissa in carcere tra detenuti, Sappe: "Sicurezza degli operatori sempre più a rischio"
L'episodio, avvenuto lunedì scorso, denunciato dal Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, che torna a sottolineare la carenza di organico nella struttura, "pressoché sguarnita soprattutto nelle ore serali e notturne"
Una rissa in carcere, scoppiata nell'area passeggio, tra detenuti che si sono affrontati "con armi rudimentali e lamette". L'episodio, avvenuto lunedì scorso nel carcere di Bari, è stato reso noto dal Sappe - sindacato autonomo di polizia penitenziaria - che torna a lanciare l'allarme sui rischi per la sicurezza di chi opera nella struttura, legati innanzitutto ad una cronica carenza di organica.
Il fatto di violenza, secondo quanto riferito dal sidnacato in una nota, si sarebbe verificato lunedì intorno alle 13 (visitato in mattinata da alcuni esponenti dei radicali) "dopo l’immissione ai passeggi dei detenuti A.S.(alta sicurezza), circa una quarantina, ristretti alla III° sezione ed appartenenti ai clan Misceo-Campanale". "Una volta chiusi i detenuti - ricostruisce il Sappe - mentre l’addetto al controllo di questi ultimi, verificava anche il corretto passaggio dei detenuti della IV° sezione appartenenti alla fazione contrapposta che si recavano alla zona passeggi a loro destinata, si scatenava l’inferno all’interno del passeggio destinata alla III° sezione, in quanto una quindicina di detenuti provvisti di armi rudimentali e lamette, probabilmente lanciate dalle finestre della III° sezione che si affaccia proprio sui passeggi, si affrontavano provocandosi una serie di ferite anche gravi". A quel punto, "uno sparuto numero di agenti penitenziari, richiamati dalle urla" è intervenuto per sedare la rissa, entrando nel passeggio e riuscendo, con grande rischio, a disarmare e separare i contendenti, soccorrendo i feriti.
"Negli ultimi tempi - prosegue il Sappe nella nota - il carcere di Bari è salito alle cronache soprattutto per le molte manifestazioni rieducative poste in essere dalla Direzione dell’Istituto che sono state salutate positivamente anche dal Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, ma nel contempo dobbiamo denunciare anche la progressiva diminuzione di sicurezza del carcere, che soprattutto nelle ore serali e notturne è pressochè sguarnito, nonostante la presenza di tanti detenuti appartenenti alla criminalità organizzata sia barese che nazionale ed anche di un “presunto” terrorista islamista". "Il Sappe - conclude la nota - ritiene che a questo punto la Direzione del carcere, come pure l’amministrazione penitenziaria regionale e centrale, dimostrino grande responsabilità poiché quanto accaduto è molto grave e il penitenziario di Bari, allo stato, non è attrezzato per far fronte a ciò, sia per la carenza di poliziotti penitenziari che ormai sono allo stremo per lo stress dell’attività lavorativa, sia per inadeguatezza della struttura".