Caso Tarantini, la Procura di Lecce apre un'indagine sui pm di Bari
Dopo aver ricevuto i testi di alcuni intercettazioni telefoniche dalla procura di Napoli, i magistrati di Lecce hanno aperto un fascicolo sull'operato dei colleghi baresi per verificare se ci siano state irregolarità nello svolgimento dell'inchiesta
Si complica la vicenda giudiziaria relativa alla presunta estorsione ai danni del premier Berlusconi che vede indagati l'imprenditore della Sanità pugliese Gianpaolo Tarantini e sua moglie Angela Devenuto, finiti ieri in carcere. La procura di Lecce, infatti, ha deciso di aprire a sua volta un fascicolo di inchiesta per fare chiarezza sull'operato dei colleghi magistrati di Bari. La necessità di avviare l'indagine è nata dal testo di alcune intercettazioni telefoniche, inviate dai pm di Napoli a Lecce, in cui Tarantini vanterebbe "agganci" all'interno della Procura di Bari tali da poter influenzare il corso del processo a suo carico, evitando anche la pubblicazione delle sue telefonate con Berlusconi. Nel processo, tra l'altro, Tarantini avrebbe scelto il patteggiamento, liberando così da qualsiasi coinvolgimento il premier, che avrebbe però pagato a caro prezzo quella totale assunzione di responsabilità da parte dell'imprenditore, versando ai coniugi baresi quella somma di 500mila euro (più un "vitalizio" di 20.000 euro al mese) sui quali indaga la Procura di Napoli.