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Cronaca San Giorgio / Via Gentile

Tornano a casa i resti di 66 caduti della Seconda Guerra mondiale: cerimonia al Sacrario

Le spoglie di 66 soldati italiani, 65 dei quali ignoti, hanno fatto ritorno in patria, dalle città slovene e albanesi in cui si trovavano. Questa mattina la cerimonia di traslazione al Sacrario militare di Japigia, in cui saranno custodite

Morti durante i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale, sepolti fuori dal loro Paese, in prossimità delle zone di battaglia o negli ormai dismessi cimiteri di guerra. A settant'anni dalla fine del conflitto, i resti di 66 militari italiani hanno fatto ritorno a casa, e saranno custoditi nel Sacrario militare dei Caduti d'Oltremare, a Japigia.

Questa mattina si è tenuta la cerimonia di traslazione, organizzata Comando Scuole dell’Aeronautica Militare 3ª Regione Aerea, d’intesa con la Direzione del Sacrario. A rendere gli onori ai 66 resti un picchetto Interforze del Presidio Militare di Bari e la Fanfara del Comando Scuole 3ª Regione Aerea. Alla cerimonia hanno partecipato autorità civili, religiose e militari, i Gonfaloni della Regione Puglia e del Comune di Bari ed i Labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma. La Santa Messa è stata presieduta dall'Arcivescovo Ordinario Militare per l'Italia, mons. Santo Marcianò e concelebrata da vari cappellani militari di Bari.  Si è trattato della prima visita al Sacrario di Bari di un Ordinario militare, mentre l'ultima celebrazione simile, per la traslazione di resti di caduti, risaliva al 1972.

Traslazione di 66 caduti della Seconda Guerra Mondiale: la cerimonia al Sacrario

 

I 66 soldati sono stati trovati a seguito di campagne di ricerca condotte dal Ministero della Difesa-Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti. 62 di essi sono provenienti dalla ex Jugoslavia, precisamente dalle città slovene di Aidùssina, Tolmino, Dobova e Doberdò, e quattro dall’Albania, dalle città di Permet e Tepelene. Dei caduti, 65 risultano “ignoti”, mentre solo in un caso si è riusciti a stabilire l'identità del soldato: si tratta di Giuseppe Bornaghi, nato a Vaprio d’Adda (MI) che ha combattuto con il 78° Reggimento Fanteria “Lupi di Toscana” nella zona di Tepelene morendo durante i combattimenti il 18 marzo 1941. In Jugoslavia i caduti sono stati trovati su segnalazione di cittadini e in occasione di ritrovamenti da parte di privati nelle prossimità delle zone dei combattimenti o degli ormai dismessi cimiteri di guerra. In Albania, sono stati trovati durante lavori di scavo sempre in prossimità di vecchi cimiteri di guerra.

Il Sacrario di Bari raccoglie i resti mortali di oltre settantacinquemila soldati, marinai ed aviatori caduti durante i due conflitti mondiali, di cui quarantunomila ignoti, "che con dignità e alto senso del dovere e con il loro sacrificio, hanno reso possibile la democrazia a garanzia della libertà e del progresso a difesa della pace".

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