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Cronaca

Coronavirus, la virologa Chironna: "Nemmeno con un milione di tamponi riporteremmo situazione sotto controllo"

In un post pubblicato su Fb la responsabile del laboratorio di Epidemiologia molecolare del Policlinico di Bari analizza la situazione: "Con questi numeri contact tracing saltato, i SSR sono a rischio collasso. Serve una seria assunzione di responsabilità"

"Viaggiamo a più di 30mila casi al giorno, con un numero di decessi destinato, inevitabilmente, a crescere significativamente con focolai rilevanti ovunque, compresi quelli che riguardano il mondo della scuola e le Rsa. E poco importa se i bambini e i ragazzi si contagiano a scuola o fuori della scuola, sugli autobus o sulle metropolitane, a casa o, piuttosto, in “raduni” non autorizzati. Sta di fatto che il mondo della scuola è fuori controllo con classi che chiudono, insegnanti e bambini infettati o in quarantena e il personale che è del tutto insufficiente ad assicurare un minimo, decente e dignitoso funzionamento della stessa. È saltato, inevitabilmente, con questi numeri, il contact tracing. E nemmeno se facessimo qualche milione di tamponi saremmo in grado ora di riportare la situazione sotto controllo".

Così la virologa Maria Chironna, responsabile del laboratorio di Epidemiologia molecolare del Policlinico di Bari, in un lungo post su Fb analizza la situazione attuale della pandemia da Covid-19, con i contagi in continua crescita ovunque e la sanità in affanno.

"La situazione è sotto gli occhi di tutti e il SSN, i SSR sono a rischio collasso con gli “eroi” (loro malgrado) della prima fase che ora sono decisamente e abbondantemente infuriati. Si è arrivati a settembre impreparati, questa la verità. E si stanno mettendo in campo in fretta e furia azioni che avrebbero richiesto un lungo lavoro preparatorio durante i mesi estivi", scrive ancora Chironna.

Poi la virologa barese si sofferma su ciò che sarebbe necessario adesso, per cercare di arginare una situazione che appare sempre più incontrollabile. "Serve una seria assunzione di responsabilità da parte di tutti. Da parte dei cittadini in primo luogo, ma, soprattutto, da parte di una politica che non giochi più a fare scaricabarile. Il governo fa dpcm a raffica e le regioni ora devono inseguire e declinare le disposizioni a livello locale, sapendo che, qualsiasi decisione prendano, saranno impopolari. Le regioni sono lasciate a gestire una situazione drammatica con la consapevolezza che meno si fa meglio è. Aspettano che la situazione si deteriori ulteriormente e che sia il governo nazionale poi a decidere. Sulla salute non si scherza e il titolo V ora è nemico della salute pubblica. In queste situazioni drammatiche servono decisioni chiare e univoche che valgano su tutto il territorio nazionale. E ogni decisione presa oggi arriva già troppo tardi per cercare di evitare il collasso".

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