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Cronaca

Le mani dei clan baresi sulla provincia: così i gruppi criminali si estendono nell'hinterland

Dalla città all'area metropolitana: "l'interazione criminale" tra capoluogo e provincia messa in luce dalla relazione semestrale della Dia. I clan cittadini cercano di allargare i propri interessi, attraverso alleanze o lotte con i gruppi locali

Dalla città al controllo degli affari illeciti nei Comuni dell'hinterland, attraverso alleanze - o lotte - con i gruppi malavitosi locali. A fotografare gli 'interessi' dei clan baresi nei confronti dei territori dell'area metropolitana, con i conseguenti tentativi di espansione dei diversi gruppi, è la relazione semestrale (relativa al primo semestre 2017) della Direzione Investigativa Antimafia. 

L'ascesa delle giovani leve e gli affari in provincia

A caratterizzare l'assetto della criminalità barese, dunque, non è soltanto la presenza di differenti gruppi criminali, in cui si registrano i tentativi di ascesa delle 'giovani leve', ma anche la tendenza all'estensione degli affari illeciti in provincia.

"Nel capoluogo di regione - si legge nella relazione della DIA - il panorama criminale continua ad essere caratterizzato dall’assenza di un organo verticistico condiviso e dall’operatività di agguerriti gruppi criminali - basati essenzialmente su vincoli familiari - non legati tra loro gerarchicamente e con capacità di rigenerarsi velocemente attraverso nuove alleanze a reclutamenti. In tale scenario, che vede molti dei capi clan baresi detenuti, la presenza di tensioni e conflitti avrebbe favorito l’ascesa di giovani leve, sempre più interessate a conquistare spazi criminali. Parallelamente, si colgono segnali di espansione della criminalità barese verso i comuni dell’hinterland, anche nella prospettiva di sviluppare affari con imprenditori e amministratori locali compiacenti". "Le attività delittuose commesse in provincia, maggiormente nell’area metropolitana - prosegue il documento - risultano, infatti, fortemente legate a quelle del capoluogo, e risultano particolarmente evidenti allorquando si verificano fibrillazioni, cambi o cessioni di potere ai vertici dei principali clan. Quest’ultimi cercano costantemente di estendere sui comuni vicini la propria influenza criminale, affiancando, proteggendo o insidiando i gruppi autoctoni". 

Il caso di Altamura

Tra i casi segnalati nella relazione della Direzione investigativa Antimafia c'è quello di Altamura, considerata 'centro nevralgico' degli affari criminali nella Murgia, in particolare per quanto riguarda il traffico di sostanze stupefacenti. Gli investigatori fanno riferimento, in particolare, all'operazione 'Kairos' condotta dai carabinieri a gennaio 2017, che "ha avuto il pregio di inquadrare storicamente la “mafiosità” del territorio murgiano, rendendo evidente l’alleanza tra il clan Nuzzi ed il sodalizio mafioso Mercante-Diomede di Bari, nonché con soggetti storicamente vicini al clan Parisi di Bari-Japigia". 

Il clan Parisi e l'espansione verso il sud est barese

Proprio le ramificazioni del clan Parisi in provincia sono state messe in luce invece da un'altra inchiesta, 'Do ut Des', conclusa dalla polizia nel marzo 2016. Nel documento della Dia si fa riferimento sia alla faida interna che starebbe attraversando il clan di Japigia (e che a inizio 2017 ha fatto registrare una serie di fatti di sangue nel quartiere), sia la tendenza dello stesso "ad espandersi verso il sud-est barese". "Attività predilette sono quelle tradizionali dell’usura, delle estorsioni e del traffico degli stupefacenti, oltre che del gioco d’azzardo. Recenti evidenze investigative hanno messo in luce come il sodalizio potesse contare su una serie di sottogruppi autonomi nella gestione delle attività criminali sui rispettivi territori d’azione", come confermato anche da alcune intercettazioni dell'inchiesta Do ut Des.

Le influenze del clan Di Cosola

Nell'analisi della Dia viene menzionato anche il clan Di Cosola, i cui affiliati - il capo clan, Antonio Di Cosola, si è pentito nel 2015 -   "risultano attivi nelle estorsioni e nel traffico degli stupefacenti, soprattutto nel quartiere di Carbonara, Ceglie del Campo e Loseto, con influenza anche sui comuni di Valenzano, Adelfia, Bitritto, Sannicandro di Bari e Giovinazzo". 

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