Usura: condannati 11 presunti affiliati al clan Parisi
Si conclude con undici condanne e tre assoluzioni il processo con rito abbreviato per 14 persone ritenute vicine al clan mafioso barese, accusate di far parte di un'associazione per delinquere finalizzata a usura, estorsione, riciclaggio ed esercizio abusivo del credito
Tre assoluzioni, undici condanne per una pena complessiva di 55 anni di reclusione. Si conclude così il processo con rito abbreviato nei confronti di 14 presunti affiliati al clan Parisi, accusati di aver messo in piedi un'organizzazione per delinquere finalizzata a usura, estorsione, riciclaggio ed esercizio abusivo del credito.
Le condanne più alte (a 8 anni e 2 mesi di carcere più 4mila di multa e a 8 anni e 10 mesi più 8mila euro di multa) sono state inflitte rispettivamente a Vito Parisi, detto "Bocciul" (cugino del boss Savinuccio e ritenuto il capo dell'organizzazione criminale) e Antonio Fiorentino, soprannominato "Ciu Ciu".
Secondo quanto emerso dalle indagini, conclusesi nell'ottobre 2010 con l'arresto di 24 persone, gli uomini vicini al clan Parisi gestivano un'attività di prestito ad usura in grado di fruttare svariati milioni di euro. Peculiarità dell'organizzazione era la cosiddetta formula "presenta un amico", per cui le vittime si trasformavano a loro volta in usurai. Agli imprenditori che avevano ricevuto il denaro veniva promesso uno sconto sui tassi di interesse nel caso in cui avessero presentato altri amici o conoscenti bisognosi di denaro, contribuendo così ad allargare il giro delle vittime.
Un altro sistema per fare profitti era quello di reclutare i giocatori d'azzardo. Gli accordi avvenivano prevalentemente in un circolo ricreativo di Modugno: ai giocatori venivano offerti pacchetti di viaggio gratis in casinò dei Paesi dell'Est con il solo impegno di acquistare fiches per 5mila euro. Un modo per costringere i giocatori ad indebitarsi e ricorrere, quindi, ai prestiti dell'organizzazione.
