Estorsioni nei cantieri di Japigia, definitive le condanne per i boss Savino Parisi ed Eugenio Palermiti
La Cassazione ha rigettato le istanze di ricorso presentate nei confronti dei capi clan e di altri imputati nel processo per i fatti avvenuti tra il 2010 e il 2015
Definitive le condanne per Savino Parisi ed Eugenio Palermiti, capi clan baresi imputati nel processo 'Do ut des' sulle estorsioni nei cantieri edili a Japigia. La Corte di Cassazione ha infatti rigettato il ricorso per 'Savinuccio', confermando i 6 anni di reclusione, mentre è stato giudicato inammissibile il ricorso nei confronti di Palermiti, che dovrà scontare 5 anni di reclusione. Rigettati i ricorsi di altri 13 imputati. Annullata con rinvio, per la riquantificazione delle pene, la sentenza nei confronti di ulteriori 11 imputati, tra i quali i fratelli del capo clan, Michele e Giuseppe Parisi.
I fatti contestati, risalenti agli anni 2010-2015, vedono l'imposizione di guardianie e carichi di merci da fornitori amici nei confronti di capicantiere e imprenditori edili anche nel Barese, commesse da uomini delle due associazioni mafiose alleate. Gli imputati rispondevano, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto di armi, lesioni personali, violazione di domicilio, invasione di terreni ed edifici, furto, illecita concorrenza con minaccia e violenza, favoreggiamento. Le indagini della Squadra mobile, coordinate dalla Dda di Bari, portarono nel marzo 2016 all’arresto di 30 persone. Nel processo erano costituiti come parti civili il Comune di Bari, Confindustria Bari, Fai Antiracket di Molfetta, Ance, Arca e sei imprenditori.