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Cronaca

Estorsioni, usura, rapine e traffico di droga: condanne nel clan Telegrafo-Misceo, scattano ordini di carcerazione

I provvedimenti eseguiti questa mattina dai finanzieri nei confronti di undici soggetti, a vario titolo coinvolti nell'operazione 'Ampio spettro' che nel 2016 portò all'arresto, complessivamente, di 41 persone

Undici ordini di carcerazione, emessi dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari, sono stati eseguiti questa mattina dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria G.I.C.O. Bari e dello S.C.I.C.O. di Roma nei confronti di undici soggetti condannati, a vario titolo, per associazione per delinquere di tipo mafioso, usura, estorsione, rapina e traffico di sostanze stupefacenti. 

L'attività costituisce, con le sentenze definitive, l’epilogo dell'operazione 'Ampio Spettro', coordinata dalla Dda di Bari,  che nel giugno 2016 portò all'arresto di 41 soggetti, e al sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per sproporzione, di beni immobili e mobili nella disponibilità degli indagati per un valore complessivo stimato di oltre 3 milioni di euro. Le articolate investigazioni - svolte nel periodo 2014-2015 attraverso, tra l’altro, intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese e attività di osservazione, controllo e pedinamento - portarono a svelare un’associazione per delinquere di tipo mafioso composta da soggetti intranei/contigui al clan Misceo-Telegrafo, sodalizio criminale egemone nel quartiere San Paolo di Bari, con ramificazioni in alcuni paesi dell’hinterland di Bari. Nello specifico, il sodalizio criminale - che non disdegnava l’uso di armi per imporre la propria forza intimidatrice - sarebbe stato dedito al traffico illecito di sostanze stupefacenti, alle estorsioni, alle rapine, alla ricettazione e all’usura.

Tra i destinatari degli ordini risultano Giuseppe Misceo, alias “il fantasma”, classe 1964 (già detenuto) ritenuto "capo, promotore e organizzatore del sodalizio mafioso", destinatario di 2 distinti ordini di carcerazione e condannato - per quanto attiene l'operazione 'Ampio spettro' - a scontare la pena residua di anni 14 e mesi 2 di reclusione, e Arcangelo Telegrafo, alias “Angioletto”, classe 1992 (anch'egli già detenuto), "in qualità di partecipe del sodalizio mafioso", condannato a scontare la pena residua di anni 7, mesi 11 e giorni 10 di reclusione.

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