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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Corato

Obbligano imprenditore a pagare, lui si ribella ed esplodono bomba davanti al negozio: 4 arrestati

Il gruppo, per gli investigatori, avrebbe anche generato nella vittima la paura di essere sotto procedimento penale da parte della Procura, redigendo un finto atto giudiziario e simulando una telefonata di un sedicente magistrato barese

Quattro persone sono state arrestate dai Carabinieri a Corato, nel Barese, ritenute responsabili, a vario titolo, di estorsione aggravata in concorso e detenzione e porto di ordigno esplosivo. Il gruppo avrebbe, nella notte tra il 17 e il 18 novembre scorsi, eseguito un attentato dinamitardo come ultimo atto di un'estorsione ai danni di un piccolo imprenditore coratino, facendo esplodere una bomba carta di elevata potenzialità di fronte all'attività commerciale. In carcere sono finiti un 35enne, un 37enne e un 30enne, mentre una 31enne è ai domiciliari. 

Le immagini dell'esplosione: la serranda danneggiata

Le indagini dei militari sono coordinate dalla Procura di Trani. L'attentato fu immortalato dalle immagini dei sistemi di video sorveglianza della zona. Secondo gli investigatori, l'imprenditore, già da tempo era stato costretto ad adempiere a continue richieste di denaro, versando già complessivi 6mila euro. Il gruppo, per gli inquirenti, avrebbe anche generato nella vittima la paura di essere sotto procedimento penale da parte della Procura, attraverso la redazione di un finto atto giudiziario e simulando una telefonata di un sedicente magistrato barese. 

Dopo la reazione della vittima, non più disposta a pagare, i 4 sarebbero passati alle minacce con il collocamento dell'ordigno. Significativi, in questo senso, sarebbero i messaggi intercorsi tra la vittima e uno degli indagati che, con l'obiettivo di storcere la somma richiesta, gli avrebbe inviato anche un messaggio vocale con il quale diceva "Se mi fate andare in campagna a prendere le cose che non devo prendere, faccio il bordello stanotte!". Una degli indagati, invece, in maniera meno diretta, si sarebbe preoccupato della redazione dell’atto giudiziario apocrifo, fino a suggerire i capi di imputazione da inserire nel finto provvedimento a carico della vittima.

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