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Cronaca

Il coronavirus in Puglia "non circola", i medici a 10 giorni dall'inizio dell'emergenza: "In tanti rientrati dal nord ma i casi sono limitati"

Filippo Anelli, presidente della FnOmceo, la federazione che riunisce gli Ordini dei Medici e dei Chirurghi: "Il cordone sanitario sembra tenere. Questa settimana e la prossima saranno cruciali per capire l'andamento dell'epidemia"

A dieci giorni dall'avvio dell'emergenza coronavirus, con i primi casi in Lombardia e in Veneto, diventati circa 1600 nella serata di domenica, anche in Puglia il personale sanitario e i medici sono nel pieno delle loro attività per curare i pazienti ed effettuare analisi per tracciare il percorso del Covir n-19 che vede il nostro Paese al momento primo in Europa per contagiati.

Da noi sono per ora 5 le persone che hanno contratto la malattia: la Regione, d'intesa con il Governo, ha preso da giorni misure per contrastare l'epidemia, senza però chiudere scuole (salvo eccezioni), strutture ricreative e del tempo libero, uffici o trasporti. In Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, invece, si è deciso per provvedimenti più radicali, a cominciare dalle zone rosse nel Lodigiano e in provincia di Padova, dove sono stati individuati due focolai: "Si tratta - spiega a Baritoday il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e dei Chirurghi, Filippo Anelli - di misure idonee e opportune. Anche da noi si sta agendo correttamente, cercando di separare la gestione ordinaria dell'emergenza da quella delle malattie infettive, ad esempio installando tende per il triage. Buona parte del carico di lavoro è attualmente affidato proprio a quest'ultimo reparto e agli anestesisti per gestire i cadi di polmonite". "Il virus in Puglia non circola - conferma Anelli - . I tamponi fatti da noi per evidenziare la presenza di virus endogeno o autoctono hanno dato tutti esito negativo. E' un dato certamente positivo ma dobbiamo sempre restare attenti".

La Puglia, nei giorni scorsi, ha predisposto un piano per affrontare l'emergenza, in una commistione con il classico virus influenzale che resterà attivo per altre 2-3 settimane, per il quale però, c'è comunque un vaccino a disposizione, a differenza del Covir n-2019: "A breve giungerà - dice Anelli - una parte del carico di 400mila tra dispositivi di protezione e mascherine richiesti dalla Regione. Sono state montate le prime tende per il triage. In caso di emergenza, però, servirebbero strutture per rianimazioni, terapie intensive e anche gestione di ricoveri meno gravi o per gente con pochi sintomi. Per questi ultimi potrebbe essere possibile l'attivazione di reparti e di strutture attualmente chiuse o riconvertite. Non escludiamo neppure alberghi e caserme".

La situazione, in ogni caso, andrà monitorata costantemente, soprattutto nei prossimi giorni che si annunciano cruciali: "Ci aspettiamo - afferma Anelli - un ulteriore aumento ed è normale, tenendo conto dell'andamento della curva epidemica. Rispetto a qualche giorno fa abbiamo qualche lato positivo: i focolai sembrano essere fondamentalmente due, nel Lodigiano e nel Padovano. Qui da noi sono rientrati tanti studenti e lavoratori da nord, ma, salvo piccole eccezioni, non abbiamo riscontrato casi. Il cordone sanitario ha consentito, al momento, di non avere una diffusione del virus tra noi e i nostri ragazzi. Certo è che nella zona rossa il Covir n-2019 circola e il numero dei malati è molto alto. Nelle zone gialle al momento non è così frequente, perciò diventa difficile chiudere 3 regioni per intero

Se il cordone sanitario terrà nei prossimi 10 giorni "potremmo avere - rileva Anelli - una prima riduzione del numero dei casi. Le misure drastiche prese hanno proprio questa finalità. I medici e il personale sanitario sono  all'opera in modo incessante. Stanno facendo un lavoro straordinario, esponendosi talvolta direttamente, operando anche con turni da 36 ore. C'è disponibilità da parte anche dei giovani medici e degli specializzandi per la gestione di aeroporti, numeri verdi e per sostenere dei colleghi in ospedale affinché garantiscano loro il cambio".

Per i cittadini, ovviamente, valgono le raccomandazioni ripetute all'infinito in questi giorni: "Il consiglio, oltre a quello di lavarsi le mani, è quello, per le persone anziane o con sistemi immunitari deficitari, è di avere meno contatti possibili con la gente". Di qui l'invito anche a non affollare ambulatori, studi di medici di famiglia, guardie mediche e pronto soccorso "in modo da non allargare il contagio. I medici di famiglia sono a disposizione per triage telefonici. Per chi proviene da zone rosse e gialle è indispensabile contattarli, in modo da seguire, nel caso, le opportune contromisure, vi fossero sintomi da coronavirus"

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