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Cronaca

#peoplenotprofit, gli attivisti di Fridays for future tornano a manifestare a Bari: "Preoccupati per un futuro sempre più incerto"

Il corteo si muoverà venerdì 25 marzo dal molo San Nicola a piazza Umberto. "La crisi climatica, quella sanitaria, ora il conflitto russo-ucraino e le conseguenze sociali ed economiche di queste, evidenziano la totale inefficienza di un sistema basato sull’accumulo di profitto da parte di pochi" scrivono

I volontari di Fridays for Future scendono in protesta a Bari per chiedere un futuro migliore. Con lo slogan #peolpenotprofit i giovani attivisti manifesteranno in tutta Italia nella mattinata di venerdì 25 marzo: nel capoluogo il corteo partirà alle 9.30 dal molo San Nicola, per raggiungere piazza Umberto, in un percorso che si snoda tra corso Vittorio Emanuele, piazzetta dell’Economia e via Andrea da Bari, per raggiungere infine piazza Umberto alle 13. 

"In questo periodo più che mai si sente infatti il bisogno di esprimere la nostra preoccupazione verso un futuro che appare per tutti sempre più incerto - scrivono gli attivisti - La crisi climatica, quella sanitaria, ora il conflitto russo-ucraino e le conseguenze sociali ed economiche di queste, evidenziano la totale inefficienza di un sistema basato sull’accumulo di profitto da parte di pochi piuttosto che su un’azione politica lungimirante e che punti davvero ad una giustizia comune, in tutte le sue accezioni: climatica, sociale, economica, politica e culturale".

"Come sappiamo, la risposta allo scoppio della pandemia è stata rappresentata da un piano pandemico obsoleto e da una sistema sanitario frammentato e spesso insufficiente. In modo simile la deflagrazione del conflitto armato, oltre a evidenziare la fallacia di molte scelte geopolitiche, ha mostrato tutte le contraddizioni di decenni di investimenti sul gas fossile con la conseguente creazione di un sistema energetico instabile perché troppo dipendente dalle importazioni. Tutto questo si aggiunge ad una crisi climatica che avanza nonostante le altre emergenze più recenti e nonostante la finestra temporale per agire si stia per chiudere. Mentre la pandemia ci ha mostrato come ad un contesto emergenziale non si può rispondere con una politica ordinaria, in questi anni gli stessi decisori politici che avrebbero dovuto fondare le proprie scelte su basi scientifiche hanno fatto l’esatto contrario: eliminando gli incentivi sulle rinnovabili mentre cresceva il nostro approvvigionamento dal gas. Queste scelte miopi ci hanno portato ad avere un colpevole ritardo sulla riconversione ecologica, e contemporaneamente a finanziare Putin nel potenziamento del suo esercito. È per questo che abbiamo lanciato anche lo slogan #connectthedots, #unireipuntini, perché collegando le emergenze più recenti riusciamo a capire come le loro origini non siano così distanti. Nonostante l’ultimo report dell’IPCC ci dimostri l’irreversibilità di alcuni meccanismi da noi innescati, infatti, abbiamo il dovere di non arrenderci. Abbiamo causato la sesta estinzione di massa e davvero possiamo credere di non essere capaci di cambiare questo sistema socio-economico assassino? È tempo di agire, ma soprattutto di reagire. Noi scegliamo di scendere in piazza venerdì. Noi scegliamo di proteggere il nostro diritto al futuro" concludono.

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