rotate-mobile
Venerdì, 29 Settembre 2023
Cronaca

"In Puglia casi Covid in 286 scuole", ma lo stop alle lezioni in presenza fa discutere: "Un errore, così a pagare sono i bambini"

L'ordinanza varata dal presidente della Regione, Michele Emiliano, divide i pugliesi: voci di approvazione ma anche tante critiche da parte dei genitori sulla bacheca Fb del governatore

Da domani, 30 ottobre, le scuole di ogni ordine e grado in Puglia (ad eccezione di quelle dell'infanzia) tornano alla didattica a distanza: lo ha disposto la Regione, con un'ordinanza emanata nella serata di ieri dal presidente Michele Emiliano. Un provvedimento adottato, ha spiegato Emiliano, "di fronte all’evidenza dei dati rilevati dai Dipartimenti di Prevenzione", secondo cui in Puglia l'aumento dei contagi avrebbe coinciso con la riapertura delle scuole.

I numeri dei contagi nelle scuole e i dipartimenti di prevenzione in affanno

"Sono almeno 286 - ha spiegato Emiliano - le scuole pugliesi toccate da casi Covid. Tutto questo in un solo mese di apertura e nonostante in Puglia la scuola sia iniziata il 24 settembre, ben 17 giorni dopo altre regioni. I dati ci dicono che sono almeno 417 gli studenti risultati positivi e 151 i casi positivi tra docenti e personale scolastico". "Ciascun evento di positività - ha spiegato l'assessore alla Sanità, l'epidemiologo Luigi Lopalco - attiva una ingente carico di lavoro sul servizio sanitario. Essendo i soggetti inseriti in una classe. Uno studente positivo genera almeno una ventina di contatti stretti più quelli familiari. Se ad essere positivo è un docente che ha in carico più classi, questo numero si moltiplica ulteriormente. Tradotto significa: migliaia di persone in isolamento fiduciario di almeno 10 giorni per contatto stretto, con tutti i disagi a carico delle famiglie specie quando sono i più piccoli a essere messi in quarantena. Ma significa anche migliaia di ore di lavoro per gli operatori dei dipartimenti di prevenzione, perché devono effettuare i tamponi, la sorveglianza sanitaria e le attività di tracciamento, a cui si aggiunge l’enorme carico di lavoro dei laboratori per l’analisi dei tamponi".

Pugliesi divisi: le voci sui social

Per ora, lo stop alle lezioni in presenza resterà in vigore fino al 24 novembre (sono esclusi solo laboratori e lezioni per gli alunni con bisogni educativi speciali), con l'auspicio, afferma Emiliano, "che i dati epidemiologici consentano al più presto il ritorno alla didattica in presenza". Ma il provvedimento ha sollevato una pioggia di critiche e proteste da parte di molti genitori. Tantissimi i commenti sulla pagina Fb del governatore, con i pugliesi divisi tra chi approva il provvedimento (chiedendone in alcuni casi l'estensione anche alla scuola dell'infanzia) e chi invece non lo condivide. "È assurdo dover subire questa scelta. Il problema vero è ciò che accade fuori dalla scuola completamente fuori controllo... nei centri commerciali... in giro fino alle 18... con ragazzini senza mascherine - scrive una cittadina - Abbiamo avuto mesi per creare posti letto e assumere medici che ora non si trovano. E' inaccettabile sottrarre ai nostri figli il diritto sacrosanto allo studio. Ora gli ospedali al collasso, fuori controllo e senza medici e contagi che schizzano all'impazzata...a marzo tutto sotto controllo perché le scuole sono state chiuse..e oggi ??? La circolazione del virus è iniziata questa estate grazie a tutti quelli che hanno condotto la vita come se il virus non esistesse più". "La Puglia fa pagare il prezzo dell’incapacità di gestione ai bambini pugliesi, quando anche Francia e Germania hanno lasciato aperte le scuole. Che delusione!! Che scelta vile", commenta qualcun altro. "Il ministero dell’Istruzione - osserva qualcuno - sostiene che la scuola influisca in maniera quasi insignificante sull’incremento dei contagi. La Regione Puglia, insieme ad altre regioni, sostiene il contrario. E' mai possibile che non si sia fatto nulla in questi mesi? Siamo solo al 29 ottobre e l’inverno pieno deve ancora arrivare...". "Caro governatore, dovrò lasciare mio figlio a casa da solo a svolgere le lezioni in DAD - scrive un'insegnante - mentre io sua madre sarò impegnata a ricostituire le classi differenziali, anni di battaglie di diritti gettati nel vuoto, in nome di una pietà pelosa che abborro... peccato... la invito a documentarsi sul tema, il processo della zona di sviluppo prossimale che si esplica nelle abilità in corso di maturazione, si attiva solo con l'interazione con l'altro competente, preferibilmente non una figura adulta, ma coetanea questa è la didattica inclusiva, non speciale... contento lei... anche perché sono anni che si parla di speciale normalità, proprio per togliere questa etichetta, questo stigma dalle persone che hanno un funzionamento non adatto all'ambiente pensato in termini di normalità...". Oltre a chi sottolinea i danni a livello educativo e di crescita personale, soprattutto per i più piccoli, c'è anche chi pone questioni di tipo pratico legate alla Didattica a distanza e alla necessità dei genitori di poter seguire i figli restando a casa: "Signor presidente - commenta un cittadino - Questo significa che un genitore dovrà restare a casa e ogni famiglia dovrà comprare tutte le dotazioni informatiche utili per la DAD... Ma le famiglie i soldi da dove dovrebbero prenderli?". "Visto che questa è una decisione della Puglia, la Regione Puglia ha previsto forme di ristoro economico per le famiglie che dovranno ricorrere ad aiuti esterni per assistere i figli mentre loro saranno al lavoro? In cosa consiste il welfare pugliese?", chiede qualcun altro.

I commenti dal mondo della politica (e della scienza)

"Le scuole devono essere l'ultima cosa a chiudere. Abbiamo tenuto i ragazzi a casa nella prima fase dell'emergenza, quando le scuole non erano in grado di garantire il distanziamento, quando avevamo classi pollaio ovunque. Ma ora questa non deve succedere. Emiliano e De Luca hanno sbagliato, potevano fare altro prima di chiudere le scuole", ha affermato la ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone a Radio Capital. “La chiusura delle scuole decisa da Emiliano e Lopalco è figlia del fallimento della sanità pugliese - attacca il deputato pugliese del M5S Giuseppe Brescia - I numeri citati dal governatore, infatti, confermano che il problema non è la scuola. In Puglia ci sono poco più di mezzo milione di studenti e i 417 studenti positivi rappresentano meno dello 0,1%. I 568 casi positivi tra docenti e alunni, inoltre, rappresentano circa il 6% dei positivi pugliesi. Insomma i fallimenti del sistema di tracciamento e di sorveglianza pugliese vengono pagati da studenti, insegnanti e famiglie. Eppure ad agosto Emiliano annunciava una macchina da 10mila tamponi al giorno. La realtà è che oggi invece se ne fanno la metà”. Voci critiche anche dal centrodestra: "Non giudichiamo il provvedimento della chiusura delle scuole ma possiamo affermare con certezza che il presidente Emiliano -con la complicità del ministro Azzolina - non ha pianificato in passato né ha pianificato prima di annunciare la decisione in tv oggi - dichiara il coordinarore regionale pugliese di Fratelli d'Italia, Marcello Gemmato - La Puglia è nel caos creato dall'incompetenza politica e decisionale. Lo dimostra ciò che è avvenuto prima e ciò che sta avvenendo adesso: quando la morsa del coronavirus si è allentata, Emiliano ha avuto mesi -tra un invito a fare le vacanze in Puglia e un bonus slogan matrimoni- per attrezzare in sicurezza le scuole e non l'ha fatto. Il trasporto pubblico scolastico e locale, luogo di massima promiscuità, poteva essere diluito o coadiuvato dal trasporto privato, che oggi non lavora per l'assenza di flusso turistico. Manca una linea di comando: non si sa cosa accadrà da domani, cosa i nostri ragazzi faranno: la Puglia è attrezzata per la Dad o ci saranno giorni vacanti in cui gli studenti si riverseranno nelle strade delle nostre città tra un caffè e lo shopping, rischiando ugualmente di contagiarsi? E cosa intende fare Emiliano per non lasciare, come sta accadendo in queste ore, il corpo docente e gli operatori scolastici nel caos?". Sulla decisione pugliese si è espressa anche l'immunologa dell'università di Padova, Antonella Viola: "E' triste vedere che in molte parti del nostro Paese la scuola viene subito sacrificata". "In Francia, Irlanda e Germania si chiude (quasi) tutto ma non la scuola - scrive la scienziata su Twitter - La scuola resta in presenza. Il segnale è fortissimo: la scuola è essenziale!". Per Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, ospite oggi ad 'Agorà' su Rai 3, pur "con tutti gli sforzi fatti a scuola, resta tutto quello che viene prima e che viene dopo, e talvolta anche durante perché il distanziamento completo a scuola non lo riesci a ottenere. Quindi, con molta sofferenza, le scuole non possono essere considerate, al di là delle dichiarazioni politiche che lasciano il tempo che trovano, luoghi completamente sicuri. Come in fin dei conti nel nostro Paese nessun luogo che comporti la concentrazione di numerose persone per periodi medio-lunghi, cioè per diverse ore nell'arco della giornata. Nel corso di una pandemia questo è, che piaccia o no". "Chiaramente - prosegue l'esperto - questo non vuol dire che non si possa rendere il più sicuro possibile le scuole. Si è cercato di farlo con dedizione soprattutto da parte dei responsabili dei vari istituti, ma che questo consenta loro di essere certi che quel che succede fuori da scuola non porti problemi a scuola, va al di là".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"In Puglia casi Covid in 286 scuole", ma lo stop alle lezioni in presenza fa discutere: "Un errore, così a pagare sono i bambini"

BariToday è in caricamento