rotate-mobile
Cronaca

Touchscreen e pc anche per sordo-ciechi: ecco il 'guanto interattivo'

L'idea è stata realizzata dall'impresa pugliese Qiris: il Db Glove sfrutta sensori che permettono al diversamente abile di comporre parole in linguaggio Malossi, muovendo mani e dita. La nostra regione centro creativo di start-up, ma si può fare ancora molto

Innovazione e creatività, due concetti senza i quali il mondo della start-up non potrebbe esistere. Se a questi due capisaldi, ci aggiungiamo anche una visione solidale, il successo di un'idea può avere un impatto realmente sociale. E' il caso del Db Glove, un sofisticato guanto interattivo pensato per consentire ai sordo-ciechi di utilizzare smartphone, tablet e pc.

A crearlo i ragazzi della Qiris, società barese nata nel 2008, vero e proprio team formato da una ventina di persone tra ingegneri informatici, sviluppatori, esperti in elettronica e web-design, fucina di progetti riguardanti le nuove tecnologie: "L'idea - spiega Nicholas Caporusso, Chief Executive Officer di Qiris - mi è venuta anni fa durante una lezione universitaria, in cui l'insegnante ci invitava a immaginare un problema trovandone la soluzione. Avendo svolto il servizio civile in un centro per disabili, ho subito pensato a un dispositivo che potesse aiutare i sordo-ciechi".

Il Db Glove comunica in modo bidirezionale consentendo la comunicazione con il linguaggio Malossi, in base al quale la persona sordo-cieca può comporre parole con la mano, muovendola o pizzicando le dita: i sensori posti nel guanto generano impulsi che diventano lettere sullo schermo: "Dopo aver realizzato  - afferma Nicholas Caporusso - il prototipo, finanziato con Principi Attivi, è stata la volta del prodotto, reso possibile dal bando Valore Assoluto della Camera di Commercio. Attualmente Db Glove è già sul mercato e siamo nella fase del crowdfunding (raccolta finanziamenti attraverso la rete, ndr), oltre ad aver lanciato il prodotto in Italia", al costo compreso tra 290 e 350 euro. 

Un'idea innovativa e geniale, ma non l'unica nel cantiere Qiris: "Assieme a Basix Studio e a Mesys Media - rivela Caporusso - stiamo realizzando una videocamera che riprende video a 360°". Progettazione e spin-off: la strategia delle start-up in Puglia sembra dare buoni risultati, ma si può fare di più: "La start-up non è la panacea - commenta Caporusso - , mettersi in gioco sì. Da noi manca ancora un caso celebre tutto pugliese, di iter completo, ovvero dalla nascita alla exit" con conseguente vendita milionaria ad aziende più grosse, "ma ci sono diversi attori che danno una mano importante, come The Hub, la Cna e altri soggetti istituzionali. Sarebbe bello - conclude il Ceo di Qiris - vedere gruppi di persone che sviluppano insieme le idee degli altri. Meno start-up, ma più robuste e proiettate verso il lungo termine"

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Touchscreen e pc anche per sordo-ciechi: ecco il 'guanto interattivo'

BariToday è in caricamento