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Cronaca

Diagnosticare i tumori con un respiro: da Bari una nuova tecnica grazie al progetto 'Inside the breath'

Lo studio è stato condotto da un gruppo di medici del Policlinico e ricercatori del dipartimento di Biologia dell'Uniba, insieme ad alcune aziende del territorio, con il sostegno della Regione Puglia

Un 'soffio'per calcolare le probabilità di avere un tumore al colon retto. La tecnica, simile a quella utilizzata per la spirometria, è stata elaborata da un gruppo di medici del Policlinico e di ricercatori del dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, con la collaborazione di alcune aziende, riuniti nei cosiddetti 'cluster' tecnologici sostenuti dalla Regione Puglia.

Il progetto, denominato 'Inside the breath' (dentro il respiro),  si pone come obiettivo quello di realizzare, entro il 2018, un sistema di diagnosi precoce dei tumori e di numerose altre patologie, con un nuovo approccio smart e non invasivo (semplicemente, appunto, soffiando in un palloncino). Al momento, comunque, la ricerca si concentra sul tumore al retto.

In particolare, la tecnica diagnostica si basa sul fatto che, in presenza di un tumore al colon retto, la situazione respiratoria risulta alterata, con la presenza di alcune molecole che è possibile rintracciare nel respiro. Soffiando in una cannula, il respiro del paziente viene convogliato in un contenitore per essere analizzato e ed elaborare un tracciato gascromatografico sulla base delle molecole ritrovate. Il diagramma sarà poi 'decifrato' da un'intelligenza artificiale, calcolando le probabilità di presenza di un tumore, in base alle quali decidere se effettuare ulteriori esami, tra cui la colonscopia. 

I dettagli della ricerca e le sue prospettive di sviluppo sono stati presentati questa mattina nel corso di una conferenza stampa. 

"Questa iniziativa rappresenta la chiara testimonianza e la tangibile manifestazione - ha dichiarato il Rettore Uricchio - di quanto l'Università si collochi sul territorio come motore principale di generazione della conoscenza scientifica, messa a servizio delle imprese per co-progettare e sviluppare soluzioni utili a rispondere ad esigenze concrete dei cittadini: è il caso di questo progetto cluster "Inside the Breath" che intende mettere a punto una soluzione per l'indagine di screening non invasiva per la diagnosi precoce di malattie tumorali e non. L'Università esplica, mediante queste azioni, la sua terza missione, ovvero il matching tra conoscenze di eccellenza ed i bisogni di innovazione tecnologica industriale, in un percorso condiviso di entrepreneurial discovery".

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessora regionale Loredana Capone: "Abbiamo sostenuto questo progetto sin dalla nascita – ha detto l'assessora allo Sviluppo economico della Regione Puglia - e adesso lo vediamo crescere e prepararsi non solo a conquistare fette di mercato, ma a semplificare la vita dei cittadini e delle cittadine della Puglia e del mondo. Poter ottenere una diagnosi precoce semplicemente soffiando è un'evoluzione straordinaria, è un dono dalla Puglia al mondo. La Regione ci ha creduto, così come crede nel grande potere moltiplicatore di un investimento in ricerca. Questo progetto in particolare si è aggiudicato l'incentivo della Rete dei laboratori pubblici di ricerca, nella fase iniziale, e oggi quello dei Cluster tecnologici regionali. Un investimento complessivo di neanche 2 milioni di euro che genera tuttavia vantaggi e benefici enormi per la salute dell'uomo. Per questo con la nuova programmazione del fondi strutturali abbiamo chiesto alle imprese di fare ancora più ricerca. Le aziende ci hanno ascoltato ed hanno impresso un'accelerazione straordinaria. Oggi sono quasi 366 milioni gli investimenti già programmati in ricerca e sviluppo in poco più di un anno e mezzo. In questi progetti spesso le università pugliesi sono parte attiva. A loro chiediamo di assumere in pieno questo ruolo nella ricerca industriale, sfruttando tutte le opportunità offerte dai nostri incentivi".
 
Anche il prof. Gianluigi De Gennaro, del Dipartimento di Biologia dell'Università di Bari, ha salutato con entusiasmo questo secondo step della ricerca (la fase di industrializzazione, al termine della quale, si disporrà della tecnologia per la diagnosi attraverso l'espirato). Fu proprio da una sua intuizione che, oltre sette anni fa iniziò la fase di ricerca di base. "Finalmente - ha affermato - riusciremo a portare sul mercato ed a rendere disponibile per la collettività questa semplice ed efficace tecnologia diagnostica. Un'indagine così poco invasiva consentirà un più facile screening di una grande fetta di popolazione e individuare tempestivamente le patologie... dall'asma nei bambini ai tumori".

Per il prof. Donato Francesco Altomare, Direttore dell'UO di Coloproctologia presso l'UOC di Chirurgia Generale "M. Rubino" (Università di Bari): l’obiettivo è di raggiungere la mortalità zero nella neoplasia al colon retto. Non si tratta di una provocazione – ha dichiarato il prof. Altomare – ma una prospettiva concreta. Questo tumore, infatti, se diagnosticato precocemente, può essere operato prima che degeneri con tecnica mininvasiva, annullando il rischio di mortalità. Tra gli indubbi vantaggi rispetto alle metodiche di screening tradizionale, l’analisi dell’espirato ha una compliance dei pazienti di gran lunga migliore rispetto all’esame del sangue occulto nelle feci. Inoltre la metodica VOCs, garantisce un’affidabilità di gran lunga superiore.
 

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