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Cronaca

E' Natale giochiamo a tombola

Per cui ecco che che la Paura faceva 90, il Natale 25, il morto che parla il 48 e il numero 77 le gambe delle donne, che tanto divertiva i piu' piccini

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Quando si dice che a Natale si respira un 'aria "diversa" non è un luogo comune.

L'allegria negli occhi dei bambini, la semplicità di un sorriso spontaneo di un passante o la città addobbata con mille luci.


Basta questo per dire che è già Natale.

E' innegabile quindi, definirlo un periodo particolare che da una carica diversa alla vita di tutti i giorni dell'anno. Un periodo dell'anno in cui si ha il piacere di rispolverare e compiere gesti antichi e rituali che sembrano rimanere immobili nel tempo.

Il presepe, l'albero, i regali, le luminarie, i cenoni, sono tutto questo.

Anche se siamo nell'epoca dei palmari e dei telefonini, consolle Xbox, il Natale è da sempre sinonimo di tradizione piuttosto che di innovazione. Ecco che durante questa festività si torna un po' indietro nel tempo e si riscopre un gioco antico e semplice: la tombola.

La tradizione che lega il Natale alla tombola è di lunga data, essendo un classico "gioco d'azzardo" non si vince per l'abilità del giocatore ma per la sola fortuna della estrazione dei numeri, con questa 'abilità' possono giocare anche i bambini che in altri giochi sarebbero esclusi.

Anni fa, a Molfetta, con i "nostri nonni" durante il gioco si mangiavano "i mandarini o i clementini" la loro "buccia" strappatta in pezzetti serviva a coprire i numeri sulle cartelle, o magari posizionata sulla "fornacella" per far evaporare l'odore di arancia in tutta la casa.

Durante il gioco si estraevano i numeri, in genere accompagnati da commenti in rima e filastrocche in modo da mettere brio e freschezza alla ripetitività del gioco. L'annuncio generalmente include va anche citazioni derivanti dallla tradizionale smorfia napoletana , la stessa che anima le allegorie del piu' famoso gioco del lotto.

Per cui ecco che che la Paura faceva 90, il Natale 25, il morto che parla il 48 e il numero 77 le gambe delle donne, che tanto divertiva i piu' piccini.

Oggi tutto o quasi, avviene allo stesso modo. Forse non c' è piu' la fornacella ma il rituale è lo stesso. Anzi a Molfetta, le allegorie, legate ai numeri estratti, non vengono ricondotte solo alla smorfia napoletana ma anche alle nostre piu' antiche tradizioni e personaggi della storia locale.

Che Natale sarebbe senza l'ambo, il terno o la quintina?

Noi di BARY TODAY vi auguriamo tanta fortuna a Tombola... e nella vita!!

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