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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Palagiustizia inagibile, i penalisti citano il Ministero al giudice di pace: "No alla sospensione dei processi"

La citazione è per "danno ingiusto inferto all'esercizio della professione di avvocato penalista" a causa del Decreto Legge (approvato dalla Camera dei Deputati ed ora all'esame del Senato) che ferma i processi in città fino al 30 settembre

La Camera Penale di Bari ha citato il Ministero della Giustizia dinanzi al Giudice di Pace del capoluogo pugliese per "danno ingiusto inferto all'esercizio della professione di avvocato penalista" per via del Decreto Legge (approvato dalla Camera dei Deputati ed ora all'esame del Senato) che sospende i processi in città fino al 30 settembre a causa dell'inagibilità del palagiustizia di via Nazariantz, in attesa del possibile trasferimento nella sede ex Inpdap di via Oberdan. L'atto di "citazione risarcitorio" è stato proposto dall'avvocato Ascanio Amenduni che si difende in proprio e con il patrocinio dell'avvocato Martina Caporusso. Secondo i proponenti, l'assenza improvvisa di un edificio per i processi penali ordinari a Bari "è riconducibile al comportamento omissivo del Ministero della Giustizia, che già dal 2014 conosceva formalmente la condizione di inagibilità e pericolosità in cui si trovava l’edificio di via Nazariantz, e ciò nonostante è rimasto colpevolmente inerte fino alla data in cui ne è stata revocata l’agibilità e disposto lo sgombero". Per gli avvocati si tratta di una "pubblica interruzione di un pubblico servizio essenziale, cioè l’amministrazione della giustizia penale ordinaria, a spese dei privati cittadini e degli operatori del settore, tra cui i maggiori danneggiati saranno proprio gli avvocati penalisti impediti, per il momento fino al 30.09.2018, a svolgere l’attività da cui traggono sostentamento".

La Camera Penale ha inoltre proposto un altri ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, spedito oggi a Strasburgo, da parte di un giovane avvocato penalista. Fabio Di Nanna, da poco iscritto all’Albo degli Avvocati, "trovatosi impedito   a svolgere la propria attività professionale di penalista nei processi penali “non urgenti”, sospesi fino al 30/09/2018 per mancanza di un Tribunale penale agibile. La sua - spiega la Camera Penale - è una situazione simile a quella di tanti giovani avvocati penalisti, costretti a subire uno stop proprio all’inizio dell’attività e quindi a soffrire, da un lato la perdita di guadagno e di opportunità lavorative, dall’altro l’infruttuoso esborso dei costi d’iscrizione alla Cassa previdenziale". Per il presidente Gaetano Sassanelli “è un altro fronte su cui attaccare l’ingiusto e sconsiderato Decreto Legge n. 73/18, con cui lo Stato ha pensato di risolvere comodamente l’annosa questione delle criticità edilizie e funzionali dello stabile di via Nazariantz, solo sul piano procedimentale, senza prevedere misure logistico - previdenziali di contrappeso per porre rimedio a quello che è frutto solo della sua insipienza”.
 

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