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Cronaca

Sos sangue, l'appello arriva anche nelle caserme. Il Crat: "Raccolte straordinarie per rispondere all'emergenza"

Dalle strutture ospedaliere in difficoltà l'appello rivolto alle Forze dell'ordine. Il dott. Michele Scelsi, direttore del coordinamento regionale per le attività trasfusionali (Crat): "Avviati contatti con le strutture militari per organizzare raccolte straordinarie nelle caserme"

I ripetuti appelli degli ultimi giorni hanno contribuito almeno in parte a far risalire il numero di donazioni. Anche il Ministero della Salute ha lanciato una campagna di comunicazione per sensibilizzare all'importanza di donare sangue, in particolare nel periodo estivo. L'emergenza però resta.

Dall'inizio di luglio, le donazioni sono calate in maniera preoccupante. E a risentirne sono stati soprattutto i grandi ospedali, quelli in cui si registra il maggior afflusso di pazienti e in cui bisogna far fronte, di conseguenze, ad un maggior numero di emergenze. Come accade, ad esempio, al Policlinico di Bari. "Fino a giugno - spiega il dott. Michele Scelsi, direttore del Centro trasfusionale del San Paolo e responsabile del Crat Puglia, la struttura di coordinamento regionale delle attività trasfusionali - il Policlinico di Bari raccoglieva in media 30-40 donazioni al giorno, che riuscivano a malapena a coprire le necessità. Da luglio invece sono calate di circa il 10-20%. Dopo gli appelli di questi giorni, ad esempio nella giornata di ieri, si sono registrate moltissime donazioni. Ma non è abbastanza". 

La situazione è simile anche nelle altre principali strutture ospedaliere della regione, con contraccolpi su tutto il sistema. In alcuni casi, vista la scarsità di sangue disponibile, è stato anche necessario rimandare alcuni interventi già programmati, per far fronte alle emergenze. La carenza riguarda in particolare i gruppi sanguigni zero positivo e zero negativo.

In Regione ieri si è tenuto un incontro per individuare delle misure che consentano di superare le criticità del momento. "Noi speriamo di riuscire a far fronte a questa emergenza non solo con gli appelli, che pure stanno dando i loro frutti - spiega Scelsi - ma anche con altre misure, come ad esempio il coinvolgimento delle strutture militari". L'idea è quella di avviare una sinergia con le forze dell'ordine, per organizzare raccolte straordinarie di sangue anche nelle caserme. A ciò si aggiunge l'attività delle associazioni di donatori, che stanno intensificando gli sforzi sul territorio per sensibilizzare i donatori. Esclusa invece l'ipotesi di un aiuto dalle altre Regioni. "L'emergenza è nazionale - ribadisce Scelsi - e anche le altre regioni sono nella stessa situazione di difficoltà".

Ad incidere negativamente sulla raccolta di sangue sono di certo, in questo periodo, le partenze per le ferie e il caldo intenso che scoraggia le donazioni. A cui si aggiunge, però, anche il rinnovato assetto dei punti di raccolta sul territorio. Dal primo luglio (dopo alcune proroghe), in Puglia è scattato l'adeguamento alle nuove norme che definiscono dei criteri più stringenti per le unità di raccolta sangue. Delle 150 censite inizialmente dalla Regione, solo la metà ha ottenuto l'accreditamento secondo le nuove regole. "Abbiamo dovuto uniformarci a normative europee e nazionali - spiega Scelsi - eliminando una serie di situazioni insostenibili. Una delle garanzie a tutela del donatore e di chi riceve quel sangue è che quel sangue si raccolga in posti adatti a questa attività". I punti di raccolta soppressi dovrebbero essere sostituiti dalle raccolte organizzate con autoemoteche. Due per la Asl di Bari, e poi una per provincia. I fondi per il loro acquisto sono stati stanziati dalla Regione all'incirca un anno fa, insieme ai soldi per l'adeguamento dei centri di raccolta. Molti mezzi, però, non sono ancora stati acquistati. 
 

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