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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Sovraffollamento carceri, l'allarme della UIL: "A Bari è emergenza"

La preoccupazione del segretario generale della UIL penitenziari, Eugenio Sarno, questa mattina in visita nel penitenziario del capoluogo: "Bari rappresenta un'emergenza nazionale"

Sovraffollamento, degrado della struttura, carenza di personale: il carcere di Bari simbolo dell'emergenza nazionale. A lanciare l'allarme è Eugenio Sarno, segretario generale della UIL penitenziari, che questa mattina ha visitato il penitenziario del capoluogo pugliese.

I numeri forniti da Sarno al termine del suo sopralluogo danno la misura di una situazione "ai limiti della sopportabilità": nel carcere barese ci sono attualmente 498 detenuti (di cui 17 donne) a fronte di una capacità ricettiva di 192 (considerata la temporanea chiusura della seconda sezione). "Quando in una cella di pochi metri quadri – denuncia Sarno - debbono convivere sino a dodici detenuti allocati su letti a castello a quattro livelli non si può non parlare di degrado e inciviltà e se la situazione ancora regge - sottolinea poi il sindacalista - è solo per l’encomiabile impegno di tutti gli operatori, polizia penitenziaria in testa. A conferma di ciò viene in soccorso il basso indice di suicidi (uno negli ultimi tre anni) e l’irrilevante numero di atti autolesionistici".

Secondo il rappresentante della Uil, nonostante i lavori di riammodernamento attualmente in corso, nella struttura rimangono comunque gravi carenze: "A Bari – ha rimarcato il segretario – la sezione femminile, ad esempio, è degna di essere elevata a museo penitenziario, stante la presenza di portoncini in legno e ballatoi aperti. Nei piani detentivi (anche nei quattro che ospitano detenuti ad Alta Sicurezza) opera un solo agente per turno, nonostante siano lunghi circa settanta metri. Questo comporta un notevole stress psico-fisico ed è contro ogni tutela e forma di sicurezza".

Ad aggravare i carichi di lavoro di chi opera nella struttura c'è poi il fatto che a Bari i detenuti sottoposti a processi per direttissima vengono comunque trattenuti in carcere e non nelle camere di sicurezza come prevede adesso la legge. "Faccio appello al Procuratore Laudati - ha concluso Sarno affinchè - questa distorsione venga corretta e siano ristabilite le corrette procedure".
 

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