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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Paga o sai cosa succede al cantiere", così il clan estorceva denaro all'imprenditore edile

La nuova accusa a carico di Francesco Diomede e di un altro presunto sodale, Marco Novelli, già detenuti. Tra gli elementi raccolti dalla polizia nelle indagini, anche un video in cui la stessa vittima dell'estorsione riprende l'incontro con i due soggetti che gli fanno la prima richiesta di denaro per conto del clan

Duemila euro da versare in rate da 500 euro ciascuna, per poter continuare a lavorare "tranquillo" nel suo cantiere edile a Carrassi. Sarebbe stata questa la richiesta estorsiva formulata dal boss Francesco Diomede, e da un presunto sodale, Marco Novelli, nei confronti del titolare di un'impresa edile che stava effettuando dei lavori a Carrassi, quartiere 'controllato' dal clan Diomede.

A ricostruire l'episodio sono gli agenti della Squadra Mobile, portando avanti le indagini sul racket ai commercianti di Carrassi che già a febbraio scorso avevano portato all'arresto di Diomede, Novelli e altre tre persone. Per Diomede e Novelli, già detenuti, è così scattata una nuova ordinanza di custodia cautelare, notificata in carcere, con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. 

L'estorsione, che si consuma tra novembre 2015 e l'inizio del 2016, non viene denunciata dall'imprenditore edile. Sono gli investigatori a venirne a conoscenza nel corso delle indagini e la vittima, successivamente ascoltata dalla polizia, conferma le richieste ricevute dal clan, e fornisce alla polizia anche un video. Nelle immagini si vedono due soggetti che si recano sul cantiere dell'imprenditore taglieggiato. Uno è Novelli, destinatario dell'ordinanza cautelare, mentre l'identità dell'altro soggetto è ancora sconosciuta. Anche per questo gli investigatori, che stanno cercando di identificarlo, hanno diffuso le immagini. L'incontro ripreso nel video - ricostruisce la Squadra Mobile - è uno dei primi 'approcci' del clan con l'imprenditore, in cui viene formulata una prima richiesta di denaro. Successivamente - racconta la vittima - sarà Diomede stesso a presentarsi sul cantiere. Dopo una prima richiesta di cinquemila euro, si arriva  all''accordo' dei duemila euro a rate. "Devi pagare o altrimenti sai cosa succede al cantiere", sarebbe stata la minaccia rivolta alla vittima per costringerla a consegnare il denaro. 

VIDEO: GLI ESTORSORI SUL CANTIERE

Nell'ordinanza notificata ieri dalla polizia, a Francesco Diomede viene contestata anche l'estorsione ai danni di altre due imprese. Il boss, infatti, avrebbe preteso l'assunzione nella cooperativa che gestiva il servizio di pulizia dei bagni pubblici per conto di Amiu (rapporto di lavoro emerso già durante l'operazione di febbraio) e successivamente, passato nella ditta vincitrice del nuovo appalto, avrebbe imposto un aumento di stipendio. Richieste alle quali gli imprenditori non si sarebbero sottratti perchè intimoriti dal 'nome' di Diomede e da possibili ritorsioni da parte del clan.

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