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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Rifiuta le richieste estorsive e gli incendiano il locale: tre arrestati nell'operazione 'Medusa', c'è anche un barese

Il gip ha anche emesso un provvedimento di sequestro preventivo per il reato di intestazione fittizia di beni per due dei tre arrestati. Le indagini sono partite in seguito alle richieste estorsive finalizzate ad ottenere utilità per l’assistenza in favore dei detenuti

C'è un barese tra i tre arrestati dai Carabinieri nell'ambito dell'operazione 'Medusa', relativa a più episodi di estorsione consumata e tentata nella provincia Bat. In particolare Questa mattina, circa 50 Carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani, supportati da personale del Comando Provinciale Carabinieri di Bari, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori CC Puglia e dal Nucleo cinofili CC di Modugno, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare - emessa dal gip del Tribunale di Trani su richiesta di questa Procura della Repubblica- nella quale vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza nel procedimento a carico dei tre soggetti indagati. In particolare nel caso dell'arrestato barese si tratta di un soggetto già conosciuto alle forze dell'ordine ma a piede libero.

Il gip ha anche accolto la richiesta di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di attività imprenditoriali e di beni mobili registrati (due autoveicoli) riconoscendo la sussistenza del fumus commissi delicti del reato di intestazione fittizia di beni previsto dall’art. 512 bis c.p., commesso da due dei tre soggetti arrestati in concorso con altre 10 persone. Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale BAT sotto la direzione della Procura della Repubblica hanno avuto inizio nel dicembre 2020 a seguito dell’incendio dell’autovettura del titolare di un pubblico esercizio in una centralissima piazza tranese. "Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle successive fasi processuali condotta anche alla luce del contributo della difesa) - spiegano i militari - l’evento delittuoso era scaturito a seguito del diniego della vittima di aderire ad una richiesta estorsiva, reiterata nel tempo e risalente già all’estate del 2020, finalizzata ad ottenere utilità per l’assistenza in favore dei detenuti". Le richieste estorsive - secondo la tesi accusatoria - non si sarebbero limitate alle sole somme di denaro ma - attraverso una serie di incessanti pressioni protratte nel tempo e l’intervento degli altri due soggetti indagati - sarebbero state poste in essere anche condotte finalizzate ad abbandonare il locale pubblico gestito dalla vittima, al fine di poter espandere la contigua attività commerciale riconducibile ad uno degli arrestati.Nell’ambito delle investigazioni e sulla base di accertamenti patrimoniali sono stati raccolti elementi anche in ordine all’intestazione fittizia, ex art.512bis c.p., di alcune attività commerciali ed imprenditoriali riconducibili agli indagati ma formalmente intestate a prestanomi e/o loro familiari. Gli arrestati sono al momento in carcere a Trani e Bari, a disposizione del gip. 

Gli arresti odierni rappresentano l’ulteriore sviluppo dell’azione di contrasto ai fenomeni criminali estorsivi nella città di Trani, culminata nel luglio 2021 con l’indagine denominata “Medusa”, al cui esito vennero eseguite misure cautelari nei confronti di complessive 14 persone, ritenute responsabili, tra l’altro, di associazione mafiosa e di 17 estorsioni perpetrate secondo un consolidato sistema di “dazione ambientale”. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

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