rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Estorsioni e antiracket, convegno in Ateneo: "Fuochi per il boss? Non è goliardia"

Presentato il libro sul fenomeno estorsivo in Puglia. Tano Grasso (Fai): "La visibilità di certi gesti può essere boomerang". Il procuratore Tosto: "Lavorare in silenzio per contrastare il problema"

"Il Foggiano è la realtà dove il fenomeno mafioso è più radicato ma non sottovaluterei la città di Bari. I giochi d'artificio di qualche giorno fa non sono solo un atto goliardico per la scarcerazione di un mafioso. Sono il simbolo di una criminalità che si concepisce come mafiosa, potere, territorio delegittimazione". E' il presidente della Fondazione Antiracket, Tano Grasso, a tracciare un quadro sulle estorsioni in Puglia, e sulla criminalità in città, in occasione della presentazione del libro “Il sistema delle estorsioni in Puglia - Potere e Legittimazione”, scritto da Andrea Apollonio e Giovanna Montanaro, nel salone degli Affreschi dell'Ateneo di Bari, un volume che analizza il fenomeno nelle sue ramificazioni nella nostra regione, terra purtroppo in cui il racket è fortemente radicato e presente nella quotidianità di commercianti e imprenditori, condizionati dal pizzo e dalle minacce.

Una presentazione a pochi giorni dai 'fuochi d'artificio' esplosi davanti al carcere di Bari dopo la scarcerazione dello storico boss del quartiere Japigia, Savino Parisi, scagionato in Appello nell'ambito di un processo su una presunta estorsione ai danni di un imprenditore di Modugno. A destare sconcerto, oltre ai fuochi, anche la reazione di numerosi utenti di Facebook che hanno apertamente manifestato la loro felicità per la scarcerazione: "C'è qualcosa - afferma Grasso -che va sottolineato: in Sicilia, ad esempio, non ho mai visto fenomeni di questo tipo, molto più tipici dell'area di Napoli. A mio avviso tanto più un'organizzazione è radicata, tanto meno ha bisogno di questi atti di 'marketing'. La visibilità, in fondo, può anche trasformarsi in un boomerang. Siamo di fronte a una criminalità che si identifica come mafiosa perché oltre a commettere reati, aspira ad altro, a esercitare il potere e il proprio condizionamento sul territorio".

Tra i relatori dell'incontro (a cui hanno preso parte anche il prefetto di Bari, Pagano, il rettore dell'Università, Antonio Auricchio e il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Bari, Giovanni Stefani) anche il procuratore generale presso la Corte d'Appello del capoluogo, Annamaria Tosto: "Ancora una volta più di prima - ha affermato -ci sono forze che collaborano e che operano nel risultato finale, ovvero quello di sconfiggere un fenomeno articolato come quello delle estorsioni. La denuncia è fondamentale e centrale nella lotta al racket. Il problema - prosegue - è riuscire a creare una condizione culturale e di sicurezza dei cittadini. E' un dovere civile denunciare. Bisogna però fare una riflessione: dare mediaticamente risalto ai fuochi moltiplica e aggiunge risonanza al fenomeno. A tutto questo dobbiamo invece rispondere con un impegno in silenzio e costruire un sistema di contrasto efficace e vincente".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Estorsioni e antiracket, convegno in Ateneo: "Fuochi per il boss? Non è goliardia"

BariToday è in caricamento