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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Estorsioni ai commercianti del quartiere Carrassi: in Appello confermate condanne e pene ridotte

Sentenza di secondo grado per il boss Franco Diomede ed altri presunti affiliati al clan su decine di episodi contestati dagli inquirenti, tra cui spese 'gratis' per anni in pescheria e dall'ottico

Confermate, dalla Corte d'Appello di Bari, le condanne inflitte (con riduzione di pena) in primo grado nei riguardi di 6 presunti affiliati al clan Diomede di Bari: tra loro anche il presunto boss Franco Diomede, condannato a 10 anni reclusione di (erano 14 in primo grado) nell'ambito di un'inchiesta su decine di episodi di estorsione, con l'aggravante mafiosa, ai danni di commercianti del quartiere Carrassi.

Tra le altre condanne, 5 anni e 4 mesi (un anno in meno rispetto al giudizio precedente) per Giovanni Sedicina. Ridotta da 4 anni a 8 mesi a 3 anni e 10 mesi, la pena per Marco Novelli, da 4 anni e mezzo a 3 anni per Cosimo Zaccaro, da 3 anni a 2 anni, 9 mesi e 10 giorni per Domenico Siciliani e da 2 anni e 8 mesi a e anni e mezzo per Francesco Ungredda. Per gli imputati, anche la condanna a risarcire le parti civili, tra cui, il Comune di Bari, il Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, la Federazione delle associazioni Antiracket italiane e 7 commercianti vittime delle estorsioni. Al momento della sentenza, era presente in aula il sindaco Antonio Decaro il quale ha ringraziato pubblicamente i negozianti che hanno avuto il coraggio di denunciare.

Le indagini riguardano episodi avvenuti tra il 2013 e il 2016: i malviventi, secondo le indagini della Dda di Bari, avrebbero fatto la spesa per anni senza pagare in numerosi esercizi commerciali, dall'ottico alla pescheria, imponendo forniture ed effettuando estorsioni. Franco Diomede, per gli investigatori, avrebbe preteso e ottenuto l'assunzione nella cooperativa incaricata da Amiu per la pulizia dei bagni pubblici. 

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