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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Fermo pesca in Adriatico, l'allarme di Coldiretti: occhio a prodotti stranieri o congelati

Dopo il primo stop scattato a fine luglio nel tratto da Trieste a Rimini, pescherecci fermi anche da Pesaro a Bari, fino al 26 settembre. E l'associazione mette in guardia i consumatori dal rischio di ritrovarsi nel piatto pesce importato o non fresco

Stop alle attività di pesca in buona parte dell'Adriatico. Dopo il primo fermo scattato il 25 luglio da Trieste a Rimini (fino al 5 settembre), il provvedimento si estende oggi da Pesaro a Bari, per terminare il prossimo 26 settembre.

Una sospensione che, dunque, riguarda buona parte dell'Adriatico, e induce Coldiretti a mettere in guardia i consumatori: "Con il fermo biologico aumenta il rischio - sottolinea Impresapesca Coldiretti - di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare". "Tra l’altro - prosegue l'associazione - nei primi tre mesi del 2015 sono stati importati in Italia oltre 233 milioni di chili di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici con un aumento del 3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo un’analisi Coldiretti Impresapesca su dati Istat".

Il principale consiglio per i consumatori, almeno per quanto riguarda la spesa, resta quello di prestare attenzione all'etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa), oppure di rivolgersi "alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica".

Il 19 settembre - ricorda ancora Coldiretti - si fermeranno i pescherecci a partire da Brindisi, Ionio e Tirreno (fino al 18 ottobre), mentre Sardegna e Sicilia decideranno autonomamente, con uno stop di almeno trenta giorni nel rispetto dei periodi previsti dai piani di gestione. "Resta il fatto – denuncia Coldiretti Impresapesca - che l’attuale format del fermo pesca, inaugurato esattamente 30 anni fa, ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, poiché non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti durante il resto dell’anno. Da qui la proposta di Coldiretti Impresapesca di differenziare il blocco delle attività a seconda delle specie, mentre le imprese ittiche potrebbero scegliere ciascuna quando fermarsi in un periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 ottobre".
 

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