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Cronaca Corato

Disastro ferroviario Andria-Corato, Ferrotramviaria ricusa i giudici: "Sentenza indebitamente anticipata"

L'azienda è imputata nell'ambito del processo relativa all'incidente che causò 23 morti il 12 luglio 2016. Per i difensori della società, si è data "per presupposta l'inaffidabilità di Ferrotramviaria"

"Giudizio indebitamente anticipato" nei confronti di Ferrotramviaria. Con queste motivazioni la società di trasporti ha ricusato - dichiarazione depositata in mattinata alla Corte di Appello di Bari e agli stessi giudici durante l'udienza - l'intero collegio giudicante del Tribunale di Trani del procedimento penale sul disastro ferroviario che il 12 luglio 2016, sulla tratta tra Andria e Corato, causò la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri. Processo in cui l'azienda è imputata e citata come responsabile civile, insieme con 17 persone fisiche, dipendenti e dirigenti dell'azienda pugliese di trasporti e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario e omicidio colposo,

Nel provvedimento con il quale alla scorsa udienza i giudici hanno accolto la richiesta di citazione della Regione Puglia come responsabile civile, secondo la società, si "dà addirittura per presupposta l"inaffidabilità' della Ferrotramviaria" con una "irrituale ed illegittima anticipazione del giudizio in ordine alla responsabilità dell'ente". Per i difensori di Ferrotramviaria, gli avvocati Michele Laforgia e Tullio Bertolino, in presenza di una evidente anticipazione del giudizio di colpevolezza nei confronti dell'Ente la ricusazione proposta dalla società è un "atto dovuto per garantire la regolarità del processo".
"Ferrotramviaria, che è una società con 530 dipendenti e alcuni milioni di utenti ogni anno, - dicono - non intende affatto sottrarsi al giudizio, ma ha diritto come ogni imputato alla presunzione di non colpevolezza e a essere giudicata in modo imparziale, come prescrive la Costituzione". I difensori ricordano, inoltre, che Ferrotramviaria "ha già provveduto, prima del processo, a corrispondere oltre 15 milioni di euro di risarcimento dei danni alle vittime ed ai familiari prima ancora che sia accertata la sua responsabilità".

Nella dichiarazione di ricusazione si riferisce anche la circostanza relativa al legame di parentela tra uno dei tre giudici e una delle vittime e alcune parti civili. Per questa ragione il giudice aveva chiesto di astenersi, ma la presidente Pavese aveva rigettato la richiesta ritenendo che non avrebbe compromesso la imparzialità del giudizio.
 

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