A Bari la fiaccolata per la pace in Ucraina: "Speriamo prevalga il dialogo, come insegnava San Nicola"
Il corteo, organizzato dall'Acli Puglia con la partecipazione di centinaia di persone, è partito dalla Cattedrale di Bari per poi sfilare nel Murattiano fino alla Basilica di San Nicola
“Il nostro è un viaggio tra le case della nostra città perché si possa allargare da qui al mondo intero uno stile di vita, perché la pace è un impegno e un cammino interiore e collettivo”. Sono le parole don Franco Lanzolla, il parroco della cattedrale di San Sabino, a dare il via alla lunga marcia silenziosa degli attivisti delle Acli di Bari e Bat tra le strade del capoluogo pugliese. Centinaia di donne, uomini e bambini in silenzio, con le fiaccole accese e uno striscione enorme con i colori e un'unica scritta: “Pace”. Un cammino partito dal sagrato del duomo di Bari per attraversare l’intero centro della città fino alla basilica di San Nicola. Perché è nel nome di San Nicola, del santo al quale sono più devoti i praticanti ortodossi, di Ucraina e Russia, che si leva la voce del popolo della pace perché tacciano le armi, si fermino le distruzioni e si salvino le vite.
“Manifestiamo nel nome della pace e nel solco di don Tonino Bello – ha ricordato Vincenzo Purgatorio, presidente regionale Acli –come pace valore universale e rilanciare Bari e la Puglia come luogo e crocevia delle due culture occidentali e orientali, e lanciare da qui il dialogo interreligioso tra cattolici e ortodossi, che noi riteniamo fondamentale in questo difficile momento”. La fiaccolata ha attraversato piazza Massari, corso Vittorio Emanuele, pazza del Ferrarese e piazza Mercantile fino alla piazza della basilica di San Nicola, nel nome del quale musicisti italiani, ucraini e di altre provenienze hanno suonato musiche per invocare la fine della guerra, con l’iniziativa Il popolo di San Nicola per la Pace. “Dalla città di Nicola - ha auspicato Michele Fanelli, presidente del circolo Acli Dalfino di Bari - arrivi un segno di pace. Il nostro santo che unisce i popoli di oriente e occidente ci aiuti a dire basta a questo bagno di sangue inutile. Prevalgano la ragione e il dialogo sui cannoni, mentre soffrono i bambini e gli anziani, gli innocenti, gli indifesi. Che parta da Bari questo dialogo, che noi abbiamo coltivato da sempre con i cittadini russi e gli altri popoli orientali. Abbiamo un rapporto di fede. Che prevalga la fede, appunto, alla violenza”.