Amianto alla Fibronit, confermata condanna per l'ex dirigente
Confermata dalla Cassazione la sentenza a carico di Dino Stringa, ex dirigente della fabbrica, condannato per l'omicidio colposo di un ex operaio morto nel 2006
Cinque mesi e 15 giorni di reclusione per l'omicidio colposo di un ex operaio morto nel 2006. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a carico di Dino Stringa, 88 anni, di Ozzano Monferrato (Alessandria), ex dirigente dello stabilimento di cemento-amianto di Bari.
Come già aveva fatto la Corte d'appello di Bari il 22 marzo 2011, anche la Suprema Corte ha riconosciuto l'esistenza di un rapporto causa-effetto tra la produzione manufatti di cemento-amianto che avveniva all'interno della fabbrica e il mesotelioma pleurico, un tumore dei polmoni correlato proprio all'esposizione alle fibre aerodisperse dell'amianto. Oltre che il decesso dell'operaio, la vicinanza all'amianto avrebbe causato anche la morte di una donna che per 39 anni ha abitato a poche centinaia di metri dalla fabbrica, di un altro ex operaio e delle lesioni gravissime riscontrate su un altro ex dipendente. Per queste ultime tre contestazionia carico di Stringa, tuttavia, i reati erano già stati dichiarati prescritti.
Tuttavia i decessi causati da quella che è stata ribattezzata 'la fabbrica della morte' sarebbero molti di più, e la battaglia per il loro riconoscimento viene portata avanti da anni da anni dal Comitato Cittadino Fibronit. Non solo operai, ma anche tanti cittadini che in questi anni si sono ammalati e sono morti di mesotelioma per il solo fatto di aver vissuto a poca distanza dallo stabilimento che sorgeva a cavallo tra i quartieri Japigia, San Pasquale e Madonnella.