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Cronaca

"Corruzione" per appalti: in manette funzionario Regione Puglia e imprenditore

Le ordinanze sono state emesse dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura. La Gdf ha eseguito sequestri di beni per un valore complessivo di 80mila euro

La Guardia di Finanza ha arrestato un funzionario della Regione Puglia, Antonio Mercurio, e un imprenditore edile, Antonio Illuzzi, di Giovinazzo, con le accuse, a vario titolo, di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio nonché falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, per una vicenda che risalirebbe al 2021. I due sono agli arresti domiciliari

Le ordinanze sono state emesse dal Gip del Tribunale di Bari Anna Perrelli su richiesta del procuratore Roberto Rossi e dell'aggiunto Alessio Coccioli che coordinano le indagini. La Gdf ha eseguito sequestri di beni per un valore complessivo di 80mila euro riconducibili ai due arrestati e anche al'ex dirigente Mario Lerario, all'epoca dei fatti contestati, delle Sezioni Provveditorato economato e Protezione civile della Regione Puglia (anch’egli indagato ma non colpito da misura cautelare personale).

Secondo gli inquirenti sarebbe emersa una "presunta corresponsione di somme di denaro - in almeno due occasioni e per un totale di 35.000 euro - al predetto dirigente da parte dell’imprenditore edile barese oggi attinto da misura cautelare, risultato aggiudicatario di 9 appalti da parte della Sezione Provveditorato Economato, con atti a firma dell’ex dirigente e del funzionario della Regione Puglia, negli anni 2019, 2020 e 2021" per un importo complessivo di oltre 2,2 milioni di euro.

Gli appalti, per gli investigatori, "sarebbero stati affidati contravvenendo alla normativa di settore mediante il loro frazionamento artificioso e senza rispettare il principio di rotazione degli operatori economici. Per di più, il raffronto tra le offerte oggetto dell’aggiudicazione degli appalti ai soggetti economici riconducibili al citato imprenditore barese e le relative liquidazioni da parte della Regione Puglia (a fronte delle fatture emesse) avrebbe permesso di rilevare la presenza di pagamenti di somme superiori a quelle oggetto di aggiudicazione, per oltre 45.000 euro, senza che - negli atti amministrativi né, tantomeno, in qualsivoglia altra documentazione esibita o comunque reperita - se ne rinvenga adeguata giustificazione"

Per la Gdf, in alcuni casi, "l’effetto di liquidare somme imponibili superiori a quelle oggetto di aggiudicazione" sarebbe "stato ottenuto mediante la sovrastima dell’Iva  in sede di impegno di spesa (22% rispetto a quella poi indicata in fattura pari al 10%). Le attività investigative avrebbero fatto emergere l’ulteriore ipotesi di reato di falsità materiale in atti pubblici che sarebbe stata commessa, in concorso, "dai più volte richiamati ex dirigente e funzionario della Regione Puglia" con riferimento a una vicenda dell'agosto 2021 quando "in un atto dirigenziale" per circa 135 mila euro riguardante "Interventi di riqualificazione impiantistica di parte dei locali tecnici presso la sede della Presidenza della GR (Giunta Regionale, ndr) in Bari”, avrebbero "attestato fittiziamente che l’intera somma era relativa ai lavori indicati nel medesimo atto dirigenziale, pur riferendosi, quanto a euro 103.232, a lavori eseguiti in precedenza dal menzionato imprenditore edile presso il Palazzo Agricoltura in Bari".

Il gip: "Sistematico ricorso all'abuso del diritto"

In base all'ordinanza del gip Perrelli  tra lecondotte degli indagati risulterebbero "profili di indubbio allarme sociale" alla luce "del sistematico ricorso all'abuso del diritto, del mercimonio delle pubbliche funzioni piegate a vantaggio personale e privato, delle modalità delle singole condotte" che hanno evidenziato "grande professionalità nel pianificare, organizzare e gestire, a diversi livelli il protocollo antigiuridico monitorato". Lo riporta l'Ansa.

Il Tribunale ha rigettato la misura cautelare nei confronti di Lerario, già ai domiciliari da fine dicembre 2021 con l'accusa di corruzione. Secondo il gip, le "condotte illecite" sarebbero "connotate da spregiudicatezza, indubbia deriva etica e deontologica da parte del pubblico ufficiale (Mercurio) e dell'operatore economico (Illuzzi) coinvolti, ed alimentate da estrema protervia antigiuridica". Le indagini si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che delle immagini riprese da telecamere di video sorveglianza. Da una delle comunicazioni fra Illuzzi e Lerario, registrata durante un incontro fra i due il 26 agosto 2021, emergerebbe inoltre "che in quel momento vi sia stata la consegna di una somma di denaro pari a 10mila euro e che, in un tempo precedente, sia stata corrisposta un'altra somma di denaro, pari 25mila euro".

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