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Cronaca

Gatti avvelenati al Cus: soccorsi in quattro, due sono morti. La denuncia della Lav: "Nella zona telecamere, individuare responsabile"

L'episodio, riferito dall'associazione, lo scorso 26 novembre: due dei quattro felini trovati agonizzanti sono morti, come accertato dai veterinari, con "sintomatologia clinica ascrivibile ad avvelenamento". I volontari chiedono che sia fatto luce sulla vicenda

Sarebbero stati avvelenati i quattri gatti (due dei quali sono morti) trovati agonizzanti nei giorni scorsi al Cus (Centro Universitario sportivo). A denunciare l'episodio, accaduto lo scorso 26 novembre, è la Lav: gli esemplari, che abitualmente vivono nella struttura, sono stati rinvenuti da alcuni cittadini che abitualmente li accudiscono, e che hanno allertato l'associazione e la polizia locale.

I gatti, spiegano dalla Lav, "sono stati soccorsi con procedura di pronto soccorso veterinario e condotti presso il veterinario convenzionato con il Comune. Purtroppo due di loro sono deceduti con “sintomatologia clinica ascrivibile ad avvelenamento” come da referto medico".

"In questi casi – dichiara la LAV di Bari - occorre soccorrere rapidamente gli animali ma anche denunciare alle autorità l’accaduto”.  E continua “Come prescritto dall’Ordinanza Ministero della Salute “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati” del 12 luglio giugno 2019, il Sindaco, in caso di episodi di avvelenamento anche solo sospetto, deve dare immediate disposizioni per l’apertura di una indagine, da effettuare in collaborazione con le altre Autorità competenti e, a seguito della comunicazione l’Istituto zooprofilattico sperimentale che non esclude il sospetto di avvelenamento, deve provvedere a individuare le modalità di bonifica del luogo interessato, nonché a segnalare, con apposita cartellonistica, la sospetta presenza nell'area di esche o bocconi avvelenati e a intensificare i controlli da parte delle autorità preposte nelle aree considerate a rischio sulla base di precedenti segnalazioni. Ricordiamo anche che il codice penale all’art 544 bis prevede la reclusione da quattro mesi a due anni per chi, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale. Infine sottolineiamo che lo spargimento di esche avvelenate non è solo un esempio di intolleranza e maltrattamento nei confronti di animali, ma costituisce anche un serio pericolo per la salute pubblica e per l’ambiente". 

L’associazione rende noto di aver presentato, in merito alla vicenda, un esposto rivolto a Sindaco, ASL, Polizia Municipale e Carabinieri mentre i testimoni hanno proceduto a denuncia presso la Questura.

"Si attendono esiti e si spera - sottolineano dall'associazione - che le registrazioni delle telecamere presenti nella zona possano essere d’aiuto ad individuare il responsabile".

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